Scoperto un gran numero di buchi neri

Scoperto un gran numero di buchi neri

Nuovi dati provenienti dal Nuclear Spectroscopic Telescope Array della NASA, o NUSTAR, hanno, per la prima volta, individuato un gran numero di buchi neri che emettono raggi X ad alta energia.

Molti buchi neri si nutrono di materiale circostante e in seguito al banchetto liberano potenti emissioni di raggi X, contribuendo al fondo cosmico a raggi X. Fino ad oggi, la missione Chandra della NASA è riuscita a individuare molti singoli buchi neri che contribuiscono all’emissione di fondo a raggi X, ma quelli che emettono radiazione X ad alta energia sono rimasti più sfuggenti.

Ma grazie a NUSTAR “siamo passati dal risolvere soltanto il 2 percento del fondo cosmico a raggi X ad alta energia al risolverne il 35 percento. Possiamo osservare i buchi neri più oscurati, nascosti da gas denso e polvere”, ha dichiarato Fiona Harrison del Caltech, ricercatrice principale di NUSTAR e autrice di un nuovo studio pubblicato su The Astrophysical Journal.

I risultati potranno in ultima analisi aiutare gli astronomi a comprendere come i modelli di crescita dei buchi neri supermassicci cambino nel tempo, un fattore chiave per l’evoluzione dei buchi neri e delle galassie che li ospitano.

Quando i buchi neri crescono, l’intensa gravità attira materiale circostante. La materia si riscalda fino a temperature estremamente elevate e le particelle vengono accelerate quasi alla velocità della luce. Insieme, questi processi fanno brillare i dintorni del buco nero di un bagliore a raggi X. Un buco nero supermassiccio con ampio rifornimento di carburante emette una maggior quantità di raggi X ad alta energia.

I raggi X ad alta energia possono rivelare ciò che si trova intorno ai buchi neri supermassicci più oscurati, altrimenti difficile da osservare. NUSTAR può osservare attraverso gas e polvere attorno ai buchi neri, per avere una visione più profonda di ciò che sta accadendo all’interno.

Grazie ad un quadro più completo della popolazione di buchi neri supermassicci, gli astronomi possono cominciare a comprendere meglio l’evoluzione e il cambiamento nel tempo di questi oggetti estremi, nonché i processi di accrescimento e la distribuzione di gas e polveri che li alimentano e li nascondono.

http://www.caltech.edu/news/chorus-black-holes-radiates-x-rays-51510

Credit: NASA/JPL-Caltech