Giganti sulla Via del Tramonto

Giganti sulla Via del Tramonto

Grazie alle osservazioni della missione TESS gli astronomi hanno individuato tre esopianeti in orbita pericolosamente ravvicinata alle loro stelle, tutte nelle fasi finali dell’evoluzione stellare. È probabile che il destino ultimo dei giganti gassosi sia quello di venire distrutti dalla loro stella madre.

I tre giganti gassosi sono stati individuati dalla missione TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) della NASA e la loro esistenza è stata confermata dai dati dell’Osservatorio Keck sul Maunakea, Hawaii. Tutti e tre i mondi alieni sono caratterizzati da periodi orbitali brevissimi attorno a stelle morenti sub-giganti o giganti. Uno dei pianeti, TOI-2337b, compie una rotazione attorno alla sua stella in meno di 3 giorni e verrà distrutto nel giro di un milione di anni. “Queste scoperte sono fondamentali per comprendere una nuova frontiera dello studio degli esopianeti: l’evoluzione nel tempo dei sistemi planetari”, spiega Samuel Grunblatt del Flatiron Institute a New York, a guida dello studio in via di pubblicazione su Astronomical Journal.

I tre esopianeti, chiamati TOI-2337b, TOI-4329b e TOI-2669b, hanno masse tra 0,5 e 1,7 volte quella di Giove e dimensioni che vanno tra 0,9 e 1,6 volte quella del gigante del nostro Sistema Solare. Presentano inoltre un ampia gamma di densità, variando da una densità simile a quella del polistirolo a una densità tre volte quella dell’acqua. Da questa varietà di caratteristiche, gli astronomi hanno dedotto che gli esopianeti abbiano avuto evoluzioni differenti. “Ci aspettiamo di scoprire decine di migliaia di questi sistemi planetari evoluti in transito tramite TESS. Questo ci permetterà di scoprire nuovi indizi sul modo in cui questi mondi interagiscono uno con l’altro, si gonfiano, migrano attorno alle loro stelle”, spiega Nick Saunders, tra gli autori dello studio.

I modelli attuali delle dinamiche planetarie prevedono che i pianeti si avvicinino progressivamente con moto a spirale alle loro stelle via via che esse diventano più evolute, in particolare nell’ultimo dieci percento del loro ciclo vitale. Questo processo provoca un riscaldamento dei pianeti, innescando potenzialmente un meccanismo di espansione delle loro atmosfere, che diventano “gonfie”. È anche possibile che le orbite dei pianeti si avvicinino sempre di più le une alle altre, aumentando la probabilità che alcuni entrino in collisione tra loro, o provochino destabilizzazione nell’intero sistema planetario. L’ampia varietà nella densità dei mondi oggetto dello studio suggerisce che i sistemi planetari siano stati plasmati da processi caotici e interazioni tra i pianeti componenti.

Osservazioni future del pianeta TOI-4329 con il telescopio spaziale James Webb potrebbero rivelare la presenza di acqua o monossido di carbonio nella sua atmosfera. Questi dati potranno chiarire ulteriormente i processi di formazione ed evoluzione del mondo alieno e fornire indizi sul modo in cui l’evoluzione stellare influenza il destino dei pianeti.

Nell’immagine rappresentazione artistica di un gioviano caldo
Credit ESA – C.Carreau

https://keckobservatory.org/doomed-planets