Esolune in Esilio

Esolune in Esilio

Un team internazionale di astronomi suggerisce la possibilità di individuare lune sopravvissute alla migrazione dei loro pianeti giganti verso le calde regioni interne del sistema stellare. Tali oggetti, soprannominati “ploonets” dai ricercatori, potrebbero addirittura allontanarsi dall’esopianeta di appartenenza per orbitare solitari attorno alla stella.

I giganti gassosi, per la loro formazione, necessitano di vaste quantità di gas, materiale che scarseggia nelle vicinanze delle stelle. Si ritiene pertanto che pianeti come i gioviani caldi si formino più lontano nel disco protoplanetario e in seguito migrino verso la loro stella, fino ad arrivare estremamente vicini ad essa. Nel corso del processo, eventuali lune in orbita attorno al pianeta vagante sono soggette alla perdita di strati ghiacciati a causa dell’aumento progressivo di calore e di radiazione stellare. Ma, secondo lo studio, le lune non solo potrebbero sopravvivere alla migrazione verso le calde regioni interne del sistema stellare, ma potrebbero anche allontanarsi dal loro pianeta per poi orbitare per contro proprio attorno alla stella.

Quasi il 50 percento di queste lune raminghe potrebbe sopravvivere all’allontanamento dal pianeta, evitando collisioni successive e finendo per diventare quasi-pianeti in viaggio lungo orbite eccentriche, in modo simile a Plutone. Tali lune vaganti, soprannominate ‘ploonets’ dai ricercatori, potrebbero spiegare alcuni fenomeni misteriosi, per esempio il fatto che gli astronomi hanno confermato sino ad oggi oltre 4000 esopianeti, ma nemmeno una esoluna. Studi precedenti suggeriscono che almeno alcuni tra i tanti gioviani caldi individuati dovrebbero essere dotati di grandi lune.

L’assenza di lune potrebbe essere spiegata dal fatto che il momento angolare tra i due corpi fa sì che la luna sfugga all’attrazione gravitazionale del suo pianeta. “Queste lune potrebbero diventare embrioni planetari, o persino pianeti ben formati, con proprie orbite altamente eccentriche”, spiega Alvarado-Montes della Macquarie University, Australia, tra gli autori dello studio. Anche se l’esistenza delle ploonet rimane ipotetica, la loro presenza potrebbe spiegare alcune osservazioni insolite effettuate dal telescopio Kepler: ad esempio, i cali misteriosi nella curva di luce della stella KIC-8462852.

“È più nota come stella di Tabby, e le insolite variazioni della sua intensità luminosa sono state osservate per anni, pur non essendo ancora ben comprese. Le ploonets potrebbero essere la risposta”, afferma Alvarado-Montes. Anche le “esocomete” osservate attorno ad alcune stelle potrebbero in realtà  essere lune vaganti. Secondo il team le ploonets, ammesso che esistano, potrebbero deteriorarsi troppo rapidamente per poter essere osservate. “Se, d’altro canto, i tempi scala fossero abbastanza ampi, potremmo avere reali possibilità di rilevarle in futuro”, concludono gli scienziati.

L’immagine mostra Giove e il suo satellite Io ripresi nel 2007 dalla sonda New Horizons
Image Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute/Goddard Space Flight Center

https://www.scienceinpublic.com.au/macquarie/exiled-moons-may-explain-astronomical-mysteries