Flipper Cosmico nelle Superbolle Galattiche

Flipper Cosmico nelle Superbolle Galattiche

La splendida galassia NGC 3079, situata a 67 milioni di anni luce dalla Terra, sfoggia la presenza di due “superbolle” che si innalzano da parti opposte del centro galattico. Nuove osservazioni del telescopio Chandra nei raggi X dimostrano che un acceleratore di particelle cosmico produce particelle ultra-energetiche presso i fronti d’urto delle bolle. Simili enormi strutture potrebbero rivelarsi sorgenti di raggi cosmici ad alta energia, come quelli che costantemente bombardano la Terra.

Le sorprendenti bolle emettono luce in banda radio, nell’ottico, e in banda X, rilevabile dai telescopi. Nell’immagine composita i dati nei raggi X di Chandra sono mostrati in viola, mentre i dati ottici del telescopio Hubble sono in arancio e blu. La bolla più estesa abbraccia 4.900 anni luce, mentre la più piccola ha un diametro di circa 3.600 anni luce. Le regioni esterne delle bolle generano onde d’urto man mano che si espandono e collidono con il gas circostante. Secondo gli scienziati le particelle cariche rimbalzano o si diffondono lungo gli intricati campi magnetici nei fronti d’urto. In alcuni casi possono sfuggire e persino arrivare a colpire l’atmosfera terrestre sotto forma di raggi cosmici.

La radiazione emessa da una delle bolle suggerisce che la sorgente dell’emissione siano elettroni che spiraleggiano attorno a linee di campo magnetico, nel corso di un processo chiamato radiazione di sincrotrone. Si tratta della prima prova diretta di radiazione di sincrotrone nei raggi X ad alta energia emessi da una superbolla di dimensioni galattiche. Secondo gli astronomi superbolle di questo genere si formano in seguito a processi associati a materia in caduta nelle fauci di un buco nero supermassiccio, un meccanismo che porta al rilascio di enormi quantità di energia. Ma anche i venti derivanti da un gran numero di stelle massicce, nonché esplosioni di supernova, possono contribuire a plasmare le enormi bolle cosmiche. I risultati dello studio sono pubblicati su The Astrophysical Journal.

Credit X-ray: NASA/CXC/University of Michigan/J-T Li et al.; Optical: NASA/STScI

http://chandra.si.edu/photo/2019/ngc3079/