Infuria la Tempesta nella Tazza Cosmica

Infuria la Tempesta nella Tazza Cosmica

Nella galassia ellittica nota come Tazza da Tè (Teacup Galaxy), a oltre un miliardo di anni luce di distanza, si svolge una vera e propria bufera cosmica, data l’intensa attività energetica generata dalla presenza di un buco nero supermassiccio centrale che divora attivamente materia.

Quando il materiale viene sospinto verso il cuore della galassia, viene energizzato dalla possente gravità e dagli intensi campi magnetici nei pressi del buco nero: la materia in caduta produce più radiazione di tutte le stelle contenute nella galassia. La Tazza cosmica, formalmente catalogata  SDSS 1430+1339, è stata scoperta nel 2007 da scienziati amatoriali nel corso del progetto Galaxy Zoo, sulla base di dati della Sloan Digital Sky Survey. Da allora l’oggetto è stato studiato utilizzando telescopi spaziali e terrestri. Questa nuova immagine composita include dati nei raggi X dell’osservatorio Chandra (in blu) e dati ottici del telescopio Hubble (in rosso e verde).

Il “manico” della Galassia Tazza è un anello, visibile nell’ottico e nel raggi X, che circonda una gigantesca bolla, e si estende a circa 30.000 anni luce dal buco nero supermassiccio centrale, presumibilmente il responsabile della sua formazione. L’emissione radio evidenzia questa stessa bolla, e una bolla di dimensione analoga dall’altra parte rispetto al buco nero. La forte radiazione emessa dal quasar provoca la ionizzazione degli atomi nel manico. Studi precedenti basati su analisi dei dati a varie lunghezze d’onda suggerirono che l’emissione di radiazione fosse diminuita di un fattore tra 50 e 600 nel corso degli ultimi 40.000-100.000 anni. Per questo motivo gli scienziati avevano ipotizzato che il quasar si stesse affievolendo o spegnendo.

Nuovi dati dell’osservatorio Chandra della NASA e di XMM-Newton dell’ESA rivelano maggiori informazioni sui violenti processi in atto nella galassia. Lo spettro nei raggi X dimostra che il quasar è pesantemente oscurato dalla presenza di gas. Questo suggerisce che la radiazione ionizzante sia molto più potente del previsto e che l’oggetto brillante si sia affievolito soltanto di un fattore 25 negli ultimi 100.000 anni. I dati nei raggi X evidenziano inoltre la presenza di gas più caldo all’interno della bolla, che potrebbe indicare l’effetto dirompente di un vento espulso dai dintorni del buco nero, in grado di influenzare pesantemente l’ambiente galattico. I risultati dello studio sono pubblicati su The Astrophysical Journal Letters.
[ Barbara]

Credit X-ray: NASA/CXC/Univ. of Cambridge/G. Lansbury et al; Optical: NASA/STScI/W. Keel et al.

http://chandra.harvard.edu/photo/2019/teacup/