Mega-Tamponamento Galattico Primordiale

Mega-Tamponamento Galattico Primordiale

Scrutare nelle profondità dello spazio, fino al tempo in cui l’Universo aveva un decimo della sua età attuale, per essere testimoni di imminenti collisioni tra antiche galassie destinate a formare il cuore di colossali ammassi galattici. È la straordinaria impresa realizzata dagli astronomi grazie alle osservazioni dei telescopi Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) e Atacama Pathfinder Experiment (APEX).

Due team internazionali di scienziati guidati da Tim Miller della Dalhousie University in Canada e della Yale University, e Iván Oteo dell’University of Edinburgh, hanno individuato concentrazioni sorprendentemente dense di galassie in procinto di fondersi nel corso di un gigantesco tamponamento cosmico. Il team di Miller ha osservato un proto-ammasso di galassie chiamato SPT2349-56, risalente a 1,4 miliardi di anni dopo il Big Bang. I singoli oggetti presenti sono galassie con vigorosa attività di formazione stellare, concentrate in una zona estremamente compatta, il che rende questa regione la più attiva mai osservata nel giovane Universo. Quelle antiche galassie si illuminano della luce di migliaia di nuove stelle ogni anno: una prolificità estrema, se si pensa che il tasso di formazione stellare nella nostra galassia si aggira attorno al valore di una stella all’anno.

Il secondo team ha scoperto un’analoga megafusione formata da dieci galassie polverose con intensa formazione stellare. Iván Oteo spiega la singolarità di questi oggetti: “Si ritiene che il ciclo vitale delle galassie starburst sia piuttosto breve, perché consumano il loro gas a un tasso straordinario. In ogni periodo, in ogni angolo dell’Universo, queste galassie si trovano in minoranza. Individuare molte galassie come queste allo stesso tempo è davvero un enigma, qualcosa che dobbiamo ancora comprendere appieno”.

Gli ammassi di galassie in formazione sono stati identificati per la prima volta come deboli macchie luminose, utilizzando il South Pole Telescope e l’Herschel Space Observatory. Osservazioni successive di ALMA e APEX hanno confermato la natura insolita degli oggetti, e hanno permesso di scoprire che la loro luce risaliva ad appena 1,5 miliardi di anni dopo il Big Bang. Le nuove immagini ad alta risoluzione di ALMA hanno rivelato che i due fiochi bagliori osservati non erano oggetti singoli, ma erano composti in realtà da 14 e 10 singole galassie massicce, rispettivamente. Ciascuno dei raggruppamenti si addensa all’interno di una regione con raggio paragonabile alla distanza tra la Via Lattea e le Nubi di Magellano.

I modelli attuali suggeriscono che proto-ammassi galattici così massicci dovrebbero impiegare decisamente più tempo per evolversi. “Come questo assembramento di galassie sia diventato così grande tanto rapidamente rimane un mistero. Non si è plasmato gradualmente nel corso di miliardi di anni, come pensavano gli astronomi. Questa scoperta fornisce una grande opportunità per studiare come si assemblano le galassie massicce fino a formare enormi ammassi galattici”, afferma Tim Miller, a guida di uno dei due studi.
[ Barbara Bubbi ]

Nell’immagine impressione artistica di un gruppo di antiche galassie interagenti in procinto di fondersi
Credit:ESO/M. Kornmesser

https://www.eso.org/public/news/eso1812/