Esocomete al di Fuori del Sistema Solare

Esocomete al di Fuori del Sistema Solare

Gli scienziati del MIT e di altre istituzioni hanno individuato, lavorando insieme ad astrofili, le code polverose di sei probabili esocomete, in orbita attorno ad una debole stella a 800 anni luce dalla Terra.

Queste palle di ghiaccio e polvere, che avevano la dimensione della cometa di Halley e viaggiavano a circa 160.000 km/h prima di essere vaporizzate, sono tra gli oggetti più piccoli mai individuati al di fuori del Sistema Solare. La scoperta segna la prima volta che un oggetto così piccolo come una cometa è stato rilevato utilizzando la tecnica del transito, in base alla quale gli astronomi osservano la luce stellare in cerca di cali rivelatori nell’intensità luminosa. Questi segnali possono implicare il transito di pianeti o altri oggetti di fronte alla stella, corpi che bloccano momentaneamente una piccola frazione della sua luce.

Nel caso di questa nuova rilevazione i ricercatori sono stati in grado di individuare la coda di comete che ha bloccato circa un decimo dell’un percento della luce stellare mentre la cometa sfrecciava. “È davvero impressionante essere in grado di vedere qualcosa di così piccolo e così distante”, ha detto Saul Rappaport, del Kavli Institute for Astrophysics and Space Research del MIT, tra gli autori dello studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Rappaport and his team have published their results this week in the Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. The paper’s co-authors are Andrew Vanderburg of the Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics; several amateur astronomers including Thomas Jacobs of Bellevue, Washington; and researchers from the University of Texas at Austin, NASA’s Ames Research Center, and Northeastern University.

La rilevazione è stata fatta utilizzando dati del telescopio Kepler, nei quali il 18 Marzo un astrofilo, Thomas Jacobs, è riuscito a individuare vari pattern luminosi molto particolari in una stella.

Lo scopo di Jacobs era cercare qualcosa fuori dell’ordinario che gli algoritmi a computer potevano aver trascurato. In particolare era in cerca di transiti singoli, cali nella luce stellare che avvengono una volta soltanto, il che implica che non siano periodici e che non si tratti di pianeti in orbita attorno ad una stella. Durante questa ricerca ha individuato tre di questi transiti singoli attorno a KIC 3542116, una debole stella a 800 anni luce di distanza (gli altri tre transiti sono stati scoperti più tardi dal team). Con questi dati in mano ha allertato il team per effettuare ulteriori indagini.

“Si direbbe qualcosa che non abbiamo mai visto prima. In un tipico transito planetario la curva di luce risultante assomiglia ad una U, con un calo netto, poi un aumento ugualmente netto. Tuttavia le curve di luce che Jacobs ha identificato apparivano asimmetriche, con un calo netto seguito da una salita più graduale.

Rappaport ha pensato che l’asimmetria nelle curve di luce fosse dovuta a pianeti che si disintegravano, con lunghe code di detriti che continuavano a bloccare un poco di luce man mano che il pianeta si muoveva lontano dalla stella. Tuttavia simili pianeti orbitano ripetutamente attorno alla loro stella, con transiti ripetuti. Al contrario Jacobs non aveva osservato pattern periodici nei transiti: quei segnali non mostravano periodicità. “Abbiamo pensato che il solo tipo di corpo che potesse comportarsi nello stesso modo senza ripetersi fosse un oggetto che alla fine è stato distrutto”, ha detto Rappaport.

In altre parole l’oggetto, invece di continuare ad orbitare, deve avere transitato di fronte alla stella, poi deve essere finito troppo vicino e alla fine essere stato distrutto, perdendo materiale. Un solo oggetto secondo il team corrisponde a questi comportamenti: una cometa. I ricercatori hanno calcolato che ogni cometa abbia bloccato circa un decimo dell’un percento della luce stellare. Per fare questo per vari mesi prima di sparire, ogni cometa probabilmente si è del tutto disintegrata, creando una coda di polvere spessa abbastanza da bloccare la quantità rilevata di luce stellare.

Secondo il team il fatto che ben sei esocomete sembra siano arrivate molto vicino alla loro stella negli scorsi quattro anni fa sorgere alcune domande interessanti, tra le quali perchè si trovavano così tante comete nelle regioni interne di questo sistema stellare, domande la cui eventuale risposta potrebbe fornire informazioni anche sulla nascita del nostro Sistema Solare.
[ Barbara Bubbi ]

https://phys.org/news/2017-10-scientists-comets-solar.html

Credit: Danielle Futselaar