Cause naturali per il mistero della stella di Tabby

Cause naturali per il mistero della stella di Tabby

I risultati di un nuovo studio escludono che KCI 8.462.852, conosciuta come stella di Tabby, ospiti alieni operosi che starebbero costruendo gigantesche strutture.

L’interesse del pubblico in relazione alla stella, che si trova a circa 1.480 anni luce di distanza nella costellazione del Cigno, è iniziato lo scorso autunno quando la ricercatrice di Yale Tabetha (“Tabby”) Boyajian e i suoi colleghi hanno pubblicato uno studio riferendo di fluttuazioni insolite nell’emissione luminosa della stella KCI 8.462.852, di tipo F, leggermente più grande e più calda del sole.

La più notevole di queste fluttuazioni consisteva in una serie di irregolari, improvvisi cali di luminosità nel corso di un periodo di 100 giorni, come se un gran numero di oggetti dalla forma irregolare fosse passato davanti alla stella e avesse temporaneamente oscurato una parte della luce proveniente da essa. L’interesse dei Media era diventato virale lo scorso ottobre quando un gruppo di astronomi della Pennsylvania State University aveva pubblicato uno studio che parlava di “bizzarra curva di luce” di KCI 8.462.852 come “coerente con” megastrutture costruite da civiltà aliena.

Così gli scienziati del SETI Institute hanno diretto l’Alien Array Telescope sulla stella per vedere se fosse possibile rilevare eventuali segnali radio artificiali indicanti la presenza di una civiltà aliena. Nel mese di novembre hanno riportato di non aver trovato “nessuna simile evidenza”.

In seguito uno studio pubblicato a gennaio da un astronomo della Louisiana State University ha gettato ancora più benzina sul fuoco, annunciando che la luminosità della stella di Tabby era diminuita del 20 percento nel corso dell’ultimo secolo: un risultato particolarmente difficile da spiegare con cause naturali, ma coerente con l’idea che gli alieni stessero gradualmente costruendo megastrutture e assorbendo così quantità crescenti di energia dalla stella per più di un secolo. Quello studio è stato accettato per la pubblicazione su Astrophysical Journal.

Tuttavia, un nuovo studio, anch’esso accettato per la pubblicazione su Astrophysical Journal, ha dato un’attenta occhiata alle osservazioni su cui era basato lo studio della Louisiana State University ed ha concluso che non vi è alcuna prova credibile che la luminosità della stella stesse cambiando progressivamente in quel periodo.

Quando lo studio della Louisiana State University è stato pubblicato su ArXiv, ha catturato l’attenzione di Michael Lund della Vanderbilt perché era basato su dati provenienti dall’archivio Digital Access to a Sky Century @ Harvard. DASCH è composto da più di 500.000 lastre fotografiche di vetro degli astronomi di Harvard tra il 1885 e il 1993, che l’università sta digitalizzando. Lund era interessato al fatto che l’apparente oscuramento della stella di Tabby potesse essere proprio il risultato di osservazioni realizzate da una serie di telescopi e camere differenti, utilizzate negli ultimi 100 anni. Insieme al professor Keivan Stassun, e all’astronomo Joshua Pepper della Lehigh University ha scoperto che un altro team, composto dall’astrofilo tedesco Michael Hippke e Daniel Angerhausen della NASA, stava conducendo un’analoga ricerca. Così i due team hanno deciso di collaborare per lo studio.

“Ogni volta che si realizza una ricerca d’archivio che combina informazioni da una serie di fonti diverse, ci sono vincoli nella precisione dei dati che si devono prendere in considerazione”, ha detto Stassun. “In questo caso, abbiamo osservato variazioni nella luminosità di certo un numero di stelle nel database DASCH e abbiamo scoperto che molte di esse hanno sperimentato un calo simile di intensità negli anni ’60. Questo indica che i cali sono stati causati da effetti strumentali, non da variazioni di luminosità delle stelle”.

Anche se non sono coinvolti gli alieni, la stella di Tabby resta “la più misteriosa stella nell’Universo”, come ha dichiarato Boyajian. Qualcosa di insolito era stato rilevato nella curva di luce della stella nel 2009, per la prima volta: una diminuzione di luminosità dell’1 percento durata una settimana. Questo può essere compatibile con la presenza di un pianeta delle dimensioni di Giove che transita davanti alla stella. Ma i pianeti producono variazioni di luminosità simmetriche e quella che hanno trovato era decisamente asimmetrica, come fosse generata da un oggetto di forma irregolare, simile ad una cometa.

La luce della stella è rimasta stabile per due anni, poi ha avuto un improvviso calo del 15 per cento durato una settimana. Altri due anni sono trascorsi senza cambiamenti di rilievo, ma nel 2013 la stella ha nuovamente cominciato a variare in luminosità, con una serie complessa di cali irregolari e innaturali durati 100 giorni. Durante il più notevole di questi cali, l’intensità della luce della stella è diminuita del 20 percento.

Boyajian ed i suoi colleghi hanno considerato una serie di possibili spiegazioni, comprese variazioni di emissione della stella, conseguenze di una collisione planetaria del tipo Terra-Luna, grumi interstellari di polveri di passaggio tra la stella e la Terra. Tuttavia, nessuno degli scenari prospettati potrebbe rendere conto di tutte le osservazioni. La loro migliore spiegazione è stata una cometa gigante che si è frammentata in una serie di migliaia di comete più piccole.

Il telescopio Kepler non sta raccogliendo dati nella regione del Cigno, ma Hippke riferisce che il mistero ha catturato l’immaginazione degli astrofili di tutto il mondo, cosicchè migliaia di loro hanno rivolto i telescopi verso la stella di Tabby, per riprendere immagini e inviarle all’American Association of Variable Star Observers, nella speranza di individuare ulteriori cali che permetteranno di fare nuova luce su questo mistero celeste.

http://phys.org/news/2016-05-natural-alien-mystery-star-behavior.html

Credit: NASA/JPL/Caltech