L’Insorgere della Vita sulla Terra in Stagni Primordiali

L’Insorgere della Vita sulla Terra in Stagni Primordiali

 

In base ad un nuovo studio la vita sulla Terra sarebbe iniziata tra 3,7 e 4,5 miliardi di anni fa in seguito all’impatto di meteoriti sul nostro pianeta e al rilascio conseguente di elementi essenziali in calde pozze d’acqua. I calcoli degli scienziati suggeriscono che cicli stagionali umidi e secchi abbiano consentito la formazione degli elementi costruttivi della vita nel “brodo” ricco di nutrienti degli stagni primordiali.

I ricercatori della McMaster University e del Max Planck Institute, Germania, hanno basato le loro conclusioni su ricerche e calcoli approfonditi riguardanti aspetti di astrofisica, chimica, biologia e altre discipline. Sebbene l’idea della nascita della vita in piccoli stagni caldi esista fin dai tempi di Darwin, i ricercatori ora hanno provato la credibilità di queste teorie. Secondo i primi autori dello studio, Ben K.D. Pearce e Ralph Pudritz, le prove disponibili suggeriscono che la vita sia iniziata quando la Terra stava ancora prendendo forma, con continenti che emergevano dagli oceani, meteoriti che colpivano il pianeta, inclusi quelli che hanno portato gli elementi fondamentali della vita, e l’assenza di uno strato protettivo di ozono per filtrare i raggi ultravioletti del Sole.

“Per comprendere l’origine della vita abbiamo bisogno di capire com’era la Terra miliardi di anni fa. Come mostra il nostro studio l’astronomia fornisce una parte fondamentale della risposta. I dettagli di come si sia formato il nostro Sistema Solare hanno conseguenze dirette per l’origine della vita sulla Terra”, afferma Thomas Henning, un coautore. La scintilla della vita, secondo gli autori, è stata la creazione di polimeri di RNA: i componenti essenziali dei nucleotidi, rilasciati da meteoriti, che hanno raggiunto concentrazioni sufficienti negli stagni e si sono legati insieme man mano che i livelli d’acqua salivano e scendevano grazie a cicli di precipitazione, evaporazione e drenaggio. La combinazione di condizioni umide e secche è stata indispensabile per questo processo, secondo i ricercatori.

In determinati casi condizioni favorevoli permisero ad alcune di quelle catene di crescere e replicarsi spontaneamente, legandosi ad altri nucleotidi presenti nel loro ambiente, e soddisfando una delle condizioni per la definizione della vita. Quei polimeri erano imperfetti, ma capaci di perfezionarsi attraverso l’evoluzione, soddisfacendo così le altre condizioni. Quelle forme di vita rudimentali potrebbero aver dato inizio allo sviluppo del DNA, proprio delle forme di vita più evolute, che si sarebbe formato molto più tardi.

“Il DNA è troppo complesso per essere stato il primo aspetto della vita ad emergere”, afferma Pudritz. “Deve aver avuto inizio con qualcosa di diverso, cioè l’RNA”. I calcoli dei ricercatori mostrano che le condizioni necessarie erano presenti in migliaia di stagni e che le combinazioni chiave per la formazione della vita si sono verificate molto più probabilmente in stagni piuttosto che in camini idrotermali, dove teorie alternative hanno collocato la nascita della vita. Gli autori del nuovo studio affermano invece che le condizioni presenti nei fondali oceanici probabilmente non consentirono lo sviluppo della vita, dal momento che i legami necessari per formare l’RNA necessitano di cicli stagionali umidi e secchi.

Lo studio elimina anche la polvere nello spazio come fonte da cui avrebbe potuto evolversi la vita. Sebbene questa polvere possa essere costituita da materiali idonei, non avrebbe potuto depositarli in concentrazioni sufficienti. In quell’epoca remota, l’alba del Sistema Solare, i meteoriti erano molto più comuni e potrebbero essere precipitati in migliaia di stagni, portandovi gli ingredienti necessari alla vita. Lo studio è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science.
[ Barbara Bubbi ]

https://phys.org/news/2017-10-evidence-life-earth-meteorites-splashed.html

Image Credit: NASA