L’Indigestione del Buco Nero

L’Indigestione del Buco Nero

 

Al centro di una galassia distante, a circa 300 milioni di anni luce dalla Terra, gli scienziati hanno scoperto un buco nero supermassiccio che sta “soffocando” per l’arrivo improvviso di un pasto troppo sostanzioso, i detriti di una malcapitata stella di passaggio che è stata fatta a pezzi dalla sua irresistibile azione gravitazionale.

In uno studio pubblicato su Astrophysical Journal Letters, ricercatori del MIT, del Goddard Space Flight Center e di altre istituzioni, riportano la scoperta di un evento di distruzione mareale, il rilascio di una grande quantità di energia, intensi bagliori di radiazione elettromagnetica che si verificano quando un buco nero cattura una stella vicina.

Nel Novembre 2014 una rete di telescopi chiamata ASASSN (All Sky Automated Survey for SuperNovae) ha individuato segnali di questo evento, denominato ASASSN-14li, in una galassia a 300 milioni di anni luce di distanza dalla Terra. Gli scienziati hanno subito diretto altri telescopi nella regione, incluso il satellite Swift della NASA. Il team guidato dal MIT ha analizzato i dati e ha identificato un pattern insolito nell’energia emessa dal brillamento: fluttuazioni nella banda ottica e ultravioletta, e 32 giorni più tardi nella banda X.

I ricercatori hanno utilizzato simulazioni dell’evento realizzate da altri team per dedurre che questi “echi” di emissione sono stati prodotti in seguito ad uno scenario di questo tipo: una stella si è avvicinata troppo all’ingordo buco nero ed è stata fatta a pezzi; i detriti risultanti, vorticando sempre più vicino al buco nero, hanno colliso tra di loro, generando emissioni nella banda ottica e ultravioletta nelle zone di scontro. Man mano che sono stati trascinati più verso l’interno, i detriti stellari in collisione si sono riscaldati, producendo lampi nei raggi X, prima di precipitare nelle fauci del vorace mostro cosmico.

“In sostanza questo buco nero non ha avuto molto da mangiare per un certo periodo e improvvisamente arriva una stella sventurata ricca di materiale”, afferma Dheeraj Pasham, primo autore dello studio. “Quello che osserviamo è un processo in base al quale questo materiale stellare non va a nutrire in maniera continua il buco nero, ma sta interagendo con se stesso, via via fermandosi e avanzando verso l’interno. Questo ci dice che il buco nero è come se stesse ‘soffocando’ per l’improvviso rifornimento di detriti stellari”.
[ Barbara Bubbi ]

https://phys.org/news/2017-03-black-holes-swallow-stellar-debris.html

Credit: NASA/Swift/Aurore Simonnet, Sonoma State University