Fusioni Galattiche Immortalate da Hubble

Fusioni Galattiche Immortalate da Hubble

Per celebrare l’inizio del nuovo anno, il team del telescopio Hubble ha pubblicato uno splendido insieme di sistemi derivanti da collisioni tra galassie. Ognuno degli oggetti è stato studiato come parte della survey HiPEEC (Hubble imaging Probe of Extreme Environments and Clusters), volta a indagare sul tasso di formazione stellare nelle galassie in corso di fusione. Le interazioni tra galassie possono svolgersi tramite un lungo processo di successivi incontri gravitazionali, che nel corso del tempo le portano ad assumere forme esotiche e complesse. Dal momento che le distanze tra le singole stelle sono molto vaste, assai difficilmente possono avvenire collisioni stellari, anche nel caso di violente fusioni tra galassie, ognuna delle quali viene comunque deformata dalle interazioni gravitazionali in corso.

Le fusioni galattiche erano molto più comuni nel giovane Universo e si ritiene che rappresentino un processo fondamentale nell’evoluzione delle galassie. In effetti gran parte delle galassie nel cosmo mostrano segni di passate fusioni e collisioni. La nostra Via Lattea ha una lunga storia di interazioni: contiene i detriti di molte galassie più piccole che ha assorbito in passato e attualmente sta cannibalizzando la Galassia Nana Sferoidale del Sagittario. Le galassie coinvolte nelle grandi fusioni sfoggiano innumerevoli regioni di formazione stellare, ricche di giovani e brillanti stelle blu, la cui nascita è stata innescata dalla compressione di gas e polveri conseguente all’interazione.

Sistemi come quelli immortalati da Hubble rappresentano eccellenti laboratori in cui studiare la formazione degli ammassi stellari sotto condizioni fisiche estreme. La Via Lattea forma ammassi di stelle la cui tipica massa è diecimila volte quella del Sole, mentre nelle galassie in collisione le masse dei raggruppamenti stellari che si vengono a formare possono essere milioni di volte quella solare. Simili ammassi stellari sono molto luminosi e continuano a brillare nella galassia derivante dalla fusione, testimoniando eventi violenti avvenuti in un passato lontano.

Studiando le sei fusioni immortalate in queste riprese, la survey HiPEEC ha permesso di indagare sul modo in cui gli ammassi stellari, durante le collisioni galattiche, vengono influenzati da rapidi cambiamenti che aumentano drasticamente il tasso di formazione di nuove stelle nelle galassie. La visione nitida di Hubble permette di risolvere vasti addensamenti di formazione stellare, individuando numerosi ammassi stellari giovani e compatti. In questo modo gli astronomi possono ricavare età, massa e composizione degli ammassi e analizzare il tasso di formazione stellare all’interno delle galassie. Gli studi relativi hanno rivelato che le popolazioni di ammassi stellari vanno soggette a rapide e imponenti variazioni nelle loro proprietà: ad esempio, i raggruppamenti stellari più massicci si formano verso la fine della fase di fusione galattica.

Le galassie oggetto delle riprese sono le seguenti, dall’alto in basso e da sinistra a destra: NGC 3256, situata a circa 100 milioni di anni luce dalla Terra, NGC 1614, situata a oltre 200 milioni di anni luce da noi, NGC 4194, chiamata anche Fusione Medusa, a 130 milioni di anni luce di distanza, NGC 3690, derivante della fusione di due galassie che si sono avvicinate tra loro 700 milioni di anni fa, NGC 6052, a circa 250 milioni di anni luce da noi, e NGC 34, distante 270 milioni di anni luce dalla Terra ed estesa per circa 165.000 anni luce.

Credit: NASA & ESA

https://esahubble.org/images/heic2101a/