Orologi Galattici

Orologi Galattici

Gli astronomi hanno scoperto che tutte le galassie si comportano come immensi orologi, compiendo una rotazione completa una volta ogni miliardo di anni, indipendentemente dalla loro dimensione. Lo studio ha permesso inoltre di definire il limite esterno dei dischi galattici, che risulta popolato da un insieme di gas interstellare e stelle sia giovani che antiche.

La rotazione della nostra Terra attorno al proprio asse definisce la lunghezza di un giorno, mentre un’orbita completa della Terra attorno al Sole definisce quello che chiamiamo anno. Ciò che si muove nello spazio e si trasforma può essere descritto a livello temporale. E, a quanto pare, anche la nostra galassia intera, come tutte le altre, ha qualcosa da raccontarci in termini di correlazione tra tempo e moto.

“Non si tratta della precisione di un orologio svizzero”, ironizza Gerhardt Meurer dell’International Centre for Radio Astronomy Research (ICRAR) all’University of Western Australia. “Ma a dispetto del fatto che una galassia sia molto grande o molto piccola, se potessimo posizionarci al bordo esterno del disco galattico in rotazione, impiegheremmo circa un miliardo di anni per completare un giro intero”. Secondo Meurer si può dimostrare, utilizzando semplice matematica, che tutte le galassie della stessa dimensione hanno la stessa densità interna media. “Scoprire una simile regolarità nelle galassie ci aiuta a comprendere meglio la meccanica alla base del loro comportamento”.

Il team ha inoltre individuato la presenza di stelle antiche al limite esterno delle galassie. “Sulla base dei modelli attuali ci aspettavamo di trovare una piccola popolazione di stelle giovani ai confini dei dischi galattici studiati. Ma invece di trovare solo gas e stelle di nuova formazione, abbiamo anche individuato una popolazione significativa di stelle più vecchie, insieme a una spolverata di stelle giovani e gas interstellare”. “Questo è un importante risultato perché sapere dove finisce una galassia implica che noi astronomi possiamo definire un limite per le nostre osservazioni e non perdere tempo, fatica e potenza di elaborazione nei calcoli per analizzare dati al di là di questo limite”, aggiunge Meurer. “Grazie a questo studio ora sappiamo che le galassie ruotano una volta ogni miliardo di anni e che presentano un bordo esterno definito, popolato da un insieme di gas interstellare e stelle sia giovani che vecchie”.

Secondo Meurer la prossima generazione di radiotelescopi, come lo Square Kilometre Array (SKA), genererà una quantità enorme di dati, ma sapere dove finisce una galassia permetterà di ridurre la potenza di calcolo necessaria per elaborare i dati stessi e caratterizzare i miliardi di galassie che verranno osservate dai futuri telescopi.
[ Barbara Bubbi ]

Nell’immagine la spettacolare galassia NGC 1566, localizzata a circa 40 milioni di anni luce di distanza, nella Costellazione del Dorado, e qui immortalata dal telescopio Hubble.
Credit: ESA/Hubble & NASA

https://phys.org/news/2018-03-astronomers-galaxies-clockwork.html

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