Hubble Inquadra una spirale gigantesca

Hubble Inquadra una spirale gigantesca

La galassia a spirale immortalata in questa ripresa del telescopio Hubble è una delle più grandi del suo tipo: UGC 2885, estesa 2 volte e mezzo la Via Lattea, ospita un numero di stelle dieci volte superiore rispetto alla nostra galassia.
Nonostante le sue dimensioni, UGC 2885 è una galassia tranquilla, non avendo subìto interazioni con altre grandi galassie e avendo gradualmente acquisito idrogeno gassoso dallo spazio intergalattico. Tale carburante alimenta una modesta formazione di nuove stelle, ad un tasso pari a metà di quello della Via Lattea. Anche il buco nero supermassiccio nel cuore di UGC 2885 è un “gigante dormiente”: la galassia è priva di deflussi di materiale provenienti da galassie nane satelliti, che potrebbero contribuire all’alimentazione del buco nero. Nell’immagine sono visibili alcune stelle della Via Lattea in primo piano: la più brillante è HD 279085, distante da noi circa 2.600 anni luce.

UGC 2885, invece, si trova a oltre 230 milioni di anni luce di distanza, nella Costellazione di Perseo e, in onore della scienziata Vera Rubin (1928-2016), è stata soprannominata “galassia di Rubin” da Benne Holwerda dell’University of Louisville. I pionieristici studi della Rubin relativi alla rotazione delle galassie fornirono le prime evidenze dell’esistenza di una gran quantità di massa invisibile, distribuita principalmente negli aloni galattici. In effetti, il team di Hubble ha presentato questa immagine a Gennaio 2020 come parte delle celebrazioni per il 30° anno di attività del telescopio spaziale, in onore di Vera Rubin e della comunità scientifica che pose le basi per scoprire l’esistenza dell’elusiva materia oscura.

Esaminando le curve di rotazione di un campione di galassie, tra cui UGC 2885, Rubin e i suoi colleghi scoprirono che le velocità orbitali di stelle e gas non diminuivano all’aumentare della distanza dal centro galattico. Doveva dunque esistere un’enorme massa invisibile distribuita nelle regioni galattiche esterne, una materia che tiene insieme le galassie e che lascia traccia di sè solo attraverso interazioni gravitazionali. Oggi sappiamo che questa misteriosa “materia oscura” costituisce oltre l’80% della massa dell’Universo.
La galassia è praticamente isolata nello spazio e non ha compagne nelle vicinanze che possano aver provocato una distorsione del disco durante una collisione. Grazie alla risoluzione della ripresa di Hubble, i ricercatori stanno individuando il numero di ammassi globulari nell’alone galattico: una quantità eccessiva di ammassi potrebbe essere indizio del fatto che UGC 2885 ha inglobato galassie più piccole, nel corso di vari miliardi di anni.

Qualunque sia la spiegazione delle sue dimensioni gigantesche, resta il fatto che questa maestosa isola di stelle costituisce un tributo degno a una scienziata che ha rappresentato un fulgido modello per donne scienziate, interessate a volgere lo sguardo verso il misterioso Universo che ci circonda.

Image credit: NASA, ESA, and B. Holwerda (University of Louisville)

https://www.spacetelescope.org/news/heic2002/