Una fornace di stelle primordiale

Una fornace di stelle primordiale

Utilizzando il radiotelescopio Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), gli astronomi hanno catturato la luce emessa da una massiccia galassia primordiale quasi 13 miliardi di anni fa. MAMBO-9 è ricca di polveri cosmiche e sforna nuove stelle ad un ritmo prodigioso.

In galassie di questo tipo la formazione stellare è particolarmente intensa, tanto da far nascere stelle a un tasso di qualche migliaia di masse solari all’anno (si pensi che il tasso di formazione stellare della Via Lattea è di appena tre masse solari per anno); inoltre sfoggiano enormi quantità di gas e polveri, materia prima per la nascita stellare. Si riteneva che simili galassie non potessero formarsi così presto nella storia del cosmo, ma gli astronomi ne hanno già scoperte diverse, tutte risalenti a quando l’Universo aveva meno di un miliardo di anni. MAMBO-9, visibile com’era 970 milioni di anni dopo il Big Bang, si è rivelata la galassia più distante del suo genere ad essere stata individuata senza l’aiuto del fenomeno della lente gravitazionale.

Immagine di ALMA della galassia MAMBO-9 Credit: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO), C.M. Casey et al.; NRAO/AUI/NSF, B. Saxton

Gli astronomi ritengono che queste galassie, dato il loro comportamento estremo, giochino un ruolo importante nell’evoluzione del cosmo. Ma è molto difficile individuarle. “Queste galassie tendono a nascondersi nel campo visuale”, afferma Caitlin Casey dell’University of Texas, Austin, a guida dello studio pubblicato su The Astrophysical Journal. “Sappiamo che sono là fuori, ma non sono facili da scovare perché la loro luce stellare rimane nascosta da nubi di polveri”. La luce di MAMBO-9 era già stata rilevata una decina di anni fa, utilizzando lo strumento Max-Planck Millimeter BOlometer (MAMBO) sul telescopio IRAM in Spagna e il Plateau de Bure Interferometer in Francia. Ma queste osservazioni non avevano permesso di rivelare la reale distanza della galassia. “Avevamo persino dubbi se fosse reale, perché non la trovavamo con altri telescopi. Ma se fosse stata reale, doveva essere molto distante”, spiega il coautore Manuel Aravena.

Per questo studio, gli astronomi hanno osservato MAMBO-9 direttamente, senza l’ausilio del fenomeno della lente gravitazionale, nonostante la distanza estrema dell’oggetto, e questo ha permesso al team di misurarne la massa. “La massa totale di gas e polveri nella galassia è enorme: dieci volte maggiore rispetto a quella di tutte le stelle nella Via Lattea. Questo implica che l’oggetto debba ancora formare gran parte delle sue stelle”, spiega Casey. MAMBO-9 è formata da due parti nel corso di un processo di fusione. “La polvere, normalmente, è un sottoprodotto delle stelle morenti”, conclude Casey. “MAMBO-9 non ha ancora prodotto così tante stelle per creare tutta quella polvere e vogliamo scoprire come possa essersi formata tanta polvere così rapidamente dopo il Big Bang”. Attualmente MAMBO-9 dovrebbe essere molto più grande, contenere un numero di stelle un centinaio di volte maggiore rispetto alla Via Lattea e far parte di un massiccio ammasso di galassie.

Nell’immagine rappresentazione artistica di come potrebbe apparire MAMBO-9 in luce visibile, ricca di polveri
Credit: NRAO/AUI/NSF, B. Saxton

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