Buchi Neri più Famelici nelle Galassie Attive di Tipo I

Buchi Neri più Famelici nelle Galassie Attive di Tipo I

 

Tra le galassie che ospitano nuclei galattici attivi, in cui un buco nero supermassiccio divora avidamente gas e polveri, ve ne sono alcune che appaiono più luminose di altre. Secondo una nuova ricerca, questo sarebbe dovuto all’appetito particolarmente famelico dei buchi neri presenti nel cuore di queste galassie attive.

Una nuova ricerca condotta da un team internazionale di astronomi, con il contributo dell’University of Maryland, lavora in controtendenza rispetto ad una teoria diffusa chiamata modello unificato. Secondo questo modello classico i nuclei attivi delle galassie, suddivise in galassie di tipo I e di tipo II, hanno la stessa struttura fondamentale e lo stesso profilo energetico, ma appaiono differenti solo perché le galassie sono visibili dalla Terra con differenti angolazioni. Nello specifico le galassie di tipo II sarebbero inclinate in modo tale che la radiazione emessa venga oscurata dalla gran quantità di materia presente nel toro che circonda il buco nero, il che farebbe apparire più brillanti le altre galassie, quelle di tipo I.

I nuovi risultati, pubblicati su Nature, suggeriscono che le galassie di tipo I e di tipo II non solo appaiano differenti, ma lo siano in effetti, sia dal punto di vista strutturale che energetico. Il fattore chiave che distinguerebbe le galassie di tipo I e di tipo II sarebbe in realtà il tasso a cui i loro buchi neri centrali consumano materiale e rilasciano energia. “Il modello unificato è stato per anni la spiegazione prevalente. Tuttavia questa idea non spiega completamente le differenze che osserviamo nelle firme spettrali delle galassie e molti scienziati hanno cercato un parametro aggiuntivo che riempia il divario”, afferma Richard Mushotzky, coautore dello studio. “Le nostre analisi di dati nei raggi X del satellite Swift suggeriscono che le galassie di tipo I siano molto più efficienti nell’emettere energia”.

Per realizzare lo studio il team ha riesaminato le osservazioni di 836 galassie attive analizzate dal Telescopio Swift nei raggi X ad alta energia. Per misurare la massa e il tasso di crescita dei buchi neri supermassicci al centro di queste galassie i ricercatori hanno utilizzato dati ulteriori di 12 differenti telescopi terrestri sparsi nel mondo. Analizzando le differenze negli spettri tra le galassie di tipo I e II i ricercatori hanno concluso che, a dispetto del modo in cui la galassia è orientata verso la Terra, i buchi neri centrali nelle galassie di tipo I consumano materia molto più rapidamente e voracemente, ed emettono quindi più radiazioni, rispetto ai buchi neri al centro delle galassie di tipo II.

La scoperta, suggerendo che i due tipi di galassie siano in realtà fondamentalmente differenti, implica la necessità di rivalutare i dati di ricerche precedenti e rivedere il ruolo delle galassie attive di tipo I, per meglio comprendere l’influenza dei buchi neri supermassicci attivi sull’evoluzione delle galassie che li ospitano.
[ Barbara Bubbi ]

https://phys.org/news/2017-09-black-holes-ravenous-appetites-galaxies.html

Illustration: NASA/CXC/M.Weiss