Giganti gassosi oversize

Giganti gassosi oversize

 

Sono stati scoperti due nuovi esopianeti giganti gassosi che orbitano vicino alle loro stelle e che presentano un raggio molto ampio. Uno studio relativo a questi pianeti può aiutarci a comprendere meglio cosa accade ai gioviani caldi quando le loro stelle si avvicinano alla fine della loro vita.

La scoperta di HAT-P-65b e HAT-P-66b, due nuovi gioviani caldi, è molto interessante. Questi pianeti hanno periodi inferiori ai 3 giorni e masse di circa 0,5 e 0,8 volte quella di Giove, ma sono le loro dimensioni ad essere particolari: hanno un raggio ampio 1,89 e 1,59 volte quello di Giove. Questi pianeti, scoperti dall’Hungarian-made Automated Telescope Network (HATNet), sono solo due tra un campione di giganti gassosi individuati con raggio più grande di quanto ci si possa aspettare basandosi su modelli teorici.

Il team guidato da Joel Hartman (Princeton University), che ha scoperto HAT-P-65b e HAT-P-66b, ha esaminato i loro parametri e quelli di decine di altri esopianeti già noti individuati da varie missioni, al fine di scoprire i motivi per cui alcuni abbiano un raggio così grande.

È stato scoperto che c’è una correlazione statistica significativa tra il raggio di giganti gassosi vicini alla stella e l’età relativa della stella stessa rispetto al suo tempo di vita atteso. Per esempio i due nuovi gioviani caldi appena scoperti con ampio raggio orbitano attorno a stelle che si trovano all’84 e 83 percento della loro vita e si stanno avvicinando al termine del loro percorso.

Secondo i ricercatori quando le stelle evolvono e diventano più luminose verso la fine della loro vita, rilasciano più energia ai pianeti che si trovano in orbita ravvicinata e che di conseguenza aumentano la loro temperatura e il loro raggio. Basandoci su questi risultati dovremmo aspettarci per il futuro di trovare gioviani caldi con raggio più ampio in orbita attorno a stelle più attempate, mentre vicino a stelle più giovani dovrebbero orbitare gioviani di dimensioni più contenute.

http://aasnova.org/2017/01/18/

Credit NASA/ESA/C. Carreau