Magnetar e supernove

Magnetar e supernove

Gli scienziati hanno scoperto che una stella di neutroni altamente magnetizzata, in rapida rotazione, chiamata magnetar, potrebbe spiegare la sorgente di energia che sta dietro a due esplosioni stellari estremamente insolite.

Le esplosioni stellari note come supernove di solito brillano un miliardo di volte più del Sole, ma le Super-luminous supernovae (SLSNe) sono una classe relativamente nuova e rara di esplosioni stellari, da 10 a 100 volte più luminose di una supernova normale. Ma la sorgente di energia della loro super-luminosità, e i meccanismi dell’esplosione rimangono un mistero e destano controverse tra gli scienziati.

Un gruppo di ricercatori guidato da Melina Bersten, dell’Instituto de Astrofisica de La Plata, con Ken’ichi Nomoto, ha testato un modello che suggerisce che l’energia per alimentare la luminosità delle due Super-luminous supernovae scoperte di recente, SN 2011kl e ASASSN-15lh, sia dovuta principalmente all’energia rotazionale perduta da una magnetar appena formata.
“Queste supernove si possono trovare in regioni dell’Universo molto distanti, quindi potrebbero fornirci informazioni sulle proprietà delle prime stelle dell’Universo”, ha detto Nomoto.

È interessante notare che entrambe le esplosioni sono risultate casi estremi di SLSNe.
In primo luogo, SN 2011kl è stata scoperta nel 2011 ed è la prima supernova ad avere prodotto lampi di raggi gamma ultra lunghi, che sono durati per diverse ore.
La seconda, ASASSN-15lh, è stata scoperta nel 2015, ed è forse l’esplosione più luminosa e potente mai osservata, più di 500 volte più luminosa di una supernova normale.

Il team ha eseguito calcoli idrodinamici per esplorare l’ipotesi magnetar, e ha scoperto che entrambe le SLSNe potrebbero rientrare nel quadro delle supernove alimentate da magnetar.
In particolare, per ASASSN-15lh, sono stati in grado di rinvenire una magnetar sorgente con le proprietà fisiche consentite di forza del campo magnetico e periodo rotazionale, tali da evitare la rottura dovuta a forze centrifughe della stella di neutroni in rotazione.
“Queste due Super-luminous supernovae così estreme hanno messo alla prova la nostra conoscenza relativa alle esplosioni stellari”, ha detto Bersten.

Saranno necessarie ulteriori osservazioni e telescopi più potenti per confermare i calcoli del team.
Se corrette, queste osservazioni permetteranno agli scienziati di fornire una nuova visione sull’origine delle supernove e sull’evoluzione delle stelle nell’Universo.
Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.

https://www.sciencedaily.com/releases/2016/03/160324083015.htm

Credit: Kavli IPMU