03 Ago 2019 Figlia delle Prime Stelle
Un team di astronomi ha scoperto una stella estremamente povera di ferro, tra le più antiche della nostra galassia. L’astro fossile, che può fornire indizi fondamentali sulle prime luci del cosmo, risplende a 35.000 anni luce da noi, nell’alone della Via Lattea.
Thomas Nordlander dell’Australian National University (ANU) e i suoi colleghi hanno localizzato la stella utilizzando lo SkyMapper Telescope allo Siding Springs Observatory in Australia. Le analisi spettroscopiche indicano che il contenuto in ferro della stella è di appena una parte per milione. “È come una goccia d’acqua in una piscina olimpica”, spiega Nordlander. “Questa stella incredibilmente anemica, che si è formata probabilmente appena poche centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang, ha livelli di ferro 1,5 milioni di volte più bassi rispetto a quelli del Sole”.
Una tale scarsità di ferro pone l’antica stella, chiamata SMSS J160540.18–144323.1, nel guinness dei primati stellari, ma ciò che più entusiasma gli astronomi sono le implicazioni per le sue origini. Si ritiene che le prime stelle a formarsi nel cosmo fossero composte soltanto di idrogeno, elio e tracce di litio, elementi derivanti direttamente dal Big Bang. Gli elementi più pesanti, invece, emersero in seguito alla morte esplosiva di stelle massicce. Astri come il Sole, ricchi di elementi pesanti, contengono materiale prodotto da molte generazioni successive di stelle.
Dal momento che probabilmente le prime stelle sono giunte al termine della loro vita da tempo immemorabile, le loro proprietà rimangono ipotetiche. Si ritiene che siano state incredibilmente titaniche, forse centinaia di volte più massicce del Sole, e che siano esplose come supernove tremendamente energetiche. La scoperta della stella anemica, anche se non si tratta di una delle prime stelle, consente di ottenere informazioni indirette sulle sue progenitrici. Secondo il team, SMSS J160540.18–144323.1 si formò dopo la morte esplosiva di una tra le prime luci del cosmo, una stella non particolarmente notevole, forse una decina di volte più massiccia del Sole, che esplose debolmente, cosicché gran parte degli elementi pesanti forgiati nella supernova ricaddero nella stella di neutroni residua.
Solo una piccola quantità di ferro appena forgiato sfuggì alla stretta gravitazionale del resto stellare e, insieme a quantità molto maggiori di elementi più leggeri, andò a formare una nuova stella di seconda generazione, che ora è stata individuata dal team. “La buona notizia è che possiamo studiare le prime stelle attraverso le loro figlie, le stelle che nacquero in seguito, come quella che abbiamo scoperto”, conclude Martin Asplund, coautore dello studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: Letters.
Nell’immagine rappresentazione artistica delle prime stelle nell’Universo primordiale
Credit: NASA/JPL-Caltech/R. Hurt (SSC)