L’Energia da Primato del Quasar

L’Energia da Primato del Quasar

Gli astronomi hanno individuato il deflusso più energetico mai scoperto, emesso da un quasar distante 10 miliardi di anni luce da noi. Il flusso di materiale espulso viaggia a quasi il 13 percento della velocità della luce e porta con sè tanta energia da compromettere la formazione stellare nell’intera galassia. Il motore che alimenta questa immane potenza cosmica è un buco nero supermassiccio con massa pari a oltre 8 miliardi di volte quella del Sole.

Nell’immagine rappresentazione artistica della porzione centrale della galassia che ospita il quasar a lunghezze d’onda del visibile. Lo spesso deflusso oscura la nostra visione. Credit: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA/P. Marenfeld

Il potente deflusso è dovuto all’attività di un possente buco nero che divora avidamente materia, al centro del remoto quasar SDSS J135246.37+423923.5, ed è stato rivelato da un team di astronomi utilizzando l’osservatorio Gemini. “Anche se sono già stati osservati venti ad alta velocità emessi dai quasar, si trattava di flussi sottili e tenui, in grado di trasportare una quantità di massa relativamente piccola”, spiega Sarah Gallagher della Western University (Canada). “Il deflusso emesso da questo quasar, in confronto, si porta dietro una quantità incredibile di massa a velocità pazzesche. Il vento è assurdamente potente e non abbiamo idea di come il quasar possa lanciare nello spazio una massa così notevole”. Il team è stato in grado di dedurre dalle osservazioni la massa del buco nero supermassiccio che alimenta il quasar: il mostruoso oggetto è 8,6 miliardi di volte più massiccio del Sole, circa 2000 volte più massiccio del buco nero al centro della Via Lattea.

I quasar sono oggetti estremamente luminosi che risiedono al centro delle galassie massicce, formati da un buco nero supermassiccio circondato da un disco brillante di materiale, che viene via via divorato dal buco nero. “Alcuni venti emessi dai quasar hanno energia sufficiente per spazzare via dalla galassia il gas necessario per formare stelle, portando così alla cessazione della nascita stellare”, spiega Joseph Choi dell’University of Oklahoma, a guida dello studio. “Abbiamo studiato un particolare vento di quasar, il cui deflusso è così denso da rendere difficile rilevare la firma del quasar stesso a lunghezze d’onda del visibile”. Nonostante questo, il team è stato in grado di ottenere una visione chiara del quasar utilizzando il Gemini Near-Infrared Spectrograph (GNIRS) sul telescopio Gemini North, che opera nell’infrarosso. La scoperta fa sorgere importanti questioni, ad esempio quanti altri quasar di questo tipo siano in attesa di essere scoperti, persino nei dati già a disposizione degli scienziati. I risultati dello studio sono pubblicati su The Astrophysical Journal.

Nell’immagine rappresentazione artistica della porzione centrale della galassia che ospita il quasar osservata in luce infrarossa.
Credit: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA/P. Marenfeld

https://www.nationalastro.org/news/cosmic-tempest-astronomers-detect-most-energetic-outflow-from-a-distant-quasar/