Il Mistero della Magnetar nel Cuore della Via Lattea

Il Mistero della Magnetar nel Cuore della Via Lattea

Ricercatori del Caltech hanno analizzato impulsi di onde radio emesse da una magnetar, un denso residuo stellare rotante dotato di un poderoso campo magnetico, localizzato vicino al buco nero supermassiccio della Via Lattea. Secondo lo studio le magnetar simili a questa potrebbero essere ricollegate a sorgenti di lampi radio veloci (fast radio bursts, FRB), potenti impulsi radio considerati tra i fenomeni più enigmatici dell’Universo.

Quando i lampi radio veloci (Fast Radio Burst, FRB) furono individuati per la prima volta in dati dell’Osservatorio di Parkes risalenti al 2001, gli astronomi non avevano idea di cosa si trattasse. Da allora sono state individuate poche decine di FRB, ma non si conosce ancora quale sia la causa di questi rapidissimi e potenti lampi di emissione radio provenienti dalle profondità del cosmo, tranne il fatto che le energie coinvolte sono immense. “Le nostre osservazioni dimostrano che una radio magnetar può emettere impulsi con molte caratteristiche simili a quelle osservate in alcuni FRB”, afferma Aaron Pearlman del Caltech. “Altri astronomi avevano già proposto che dietro i FRB potessero esserci magnetar vicine a buchi neri, ma sono necessarie altre ricerche per confermare questa ipotesi”.

Il team, guidato da Walid Majid del Jet Propulsion Laboratory della NASA, e da Tom Prince del Caltech, ha osservato la magnetar PSR J1745-2900, localizzata nel cuore della Via Lattea, utilizzando una rete di radiotelescopi in Australia. “PSR J1745-2900 è un oggetto incredibile. È una magnetar affascinante, ma può essere anche usata per sondare le condizioni estreme nelle vicinanze del buco nero supermassiccio della Via Lattea”, spiega Fiona Harrison del Caltech. “È interessante il fatto che potrebbe esserci una connessione tra PSR J1745-2900 e gli enigmatici lampi radio veloci”. Le magnetar sono un raro sottotipo di un gruppo di oggetti chiamati pulsar, stelle di neutroni in rapida rotazione la cui radiazione in coni ristretti è osservata come impulsi ad intervalli estremamente regolari. Si ritiene che le magnetar siano giovani pulsar che ruotano più lentamente delle pulsar ordinarie e hanno campi magnetici molto più forti, il che suggerisce che forse tutte le pulsar passino attraverso una fase di magnetar nel loro tempo vitale. Questi oggetti densi e compatti derivano dalla morte esplosiva di stelle massicce.

La magnetar PSR J1745-2900 è la pulsar più vicina al buco nero supermassiccio della Via Lattea tra quelle note, separata dal temibile oggetto da una distanza di soli 0,3 anni luce. Gli scienziati sono stati in grado di analizzare impulsi individuali emessi dalla stella ogni volta che ha ruotato e hanno scoperto che alcuni impulsi sono molto ampliati rispetto a precedenti misurazioni del comportamento medio della magnetar. Inoltre questo comportamento variava da impulso a impulso. “Stiamo osservando questi cambiamenti nelle componenti individuali di ogni impulso su tempi scala molto veloci. Questo comportamento è molto insolito per una magnetar”, spiega Pearlman. Una teoria per spiegare la variabilità del segnale coinvolge addensamenti di plasma in movimento ad alta velocità vicino alla magnetar. Un’altra teoria è che la variabilità sia intrinseca alla magnetar stessa. Lo studio è pubblicato su The Astrophysical Journal.
[ Barbara ]

http://www.caltech.edu/news/magnetar-mysteries-our-galaxy-and-beyond-84847

Nell’immagine illustrazione artistica di una magnetar
Credit: NASA/CXC/M.Weiss