Più Vicino Che Mai al Buco Nero della Via Lattea

Più Vicino Che Mai al Buco Nero della Via Lattea

Nuove osservazioni dell’ESO rivelano addensamenti gassosi che vorticano a velocità estreme, pari al 30 percento della velocità della luce, percorrendo orbite circolari nei pressi dell’orizzonte degli eventi del buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea, Sagittarius A*. Si tratta della prima volta in cui è stato osservato materiale orbitante vicino al “punto di non ritorno”.

Gli scienziati di un consorzio di Istituzioni Europee, tra cui l’ESO, hanno utilizzato lo strumento GRAVITY, montato sull’Interferometro del Very Large Telescope (VLT), per osservare lampi di radiazione infrarossa emessi dal disco di accrescimento attorno a Sagittarius A*. I flare confermano l’ipotesi di lunga data che nel cuore della nostra galassia si trovi un buco nero supermassiccio, e provengono da materiale in orbita molto ravvicinata all’orizzonte degli eventi del temibile oggetto. Non erano mai state ottenute prima osservazioni così dettagliate dell’ambiente estremo vicino a un buco nero.

Parte del materiale nel disco di accrescimento continua ad orbitare tranquillamente attorno a Sagittarius A*, ma tutto ciò che si avvicina troppo è condannato ad essere fagocitato al di là dell’orizzonte degli eventi. I brillamenti osservati hanno origine dall’orbita stabile più interna, la regione più vicina al buco nero in cui la materia può orbitare senza essere irresistibilmente attirata verso le fauci del divoratore cosmico. “È davvero sconvolgente vedere materiale in orbita attorno a un massiccio buco nero con velocità pari al 30 percento di quella della luce”, spiega Oliver Pfuhl del Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics (MPE). “La sensibilità incredibile di GRAVITY ci ha permesso di osservare i processi di accrescimento con dettaglio senza precedenti”.

Lo stesso team aveva già utilizzato gli strumenti GRAVITY e SINFONI sul VLT per misurare accuratamente il passaggio ravvicinato al buco nero della stella S2. A questo link l’articolo relativo https://www.universoastronomia.com/2018/07/26/conferma-della-relativita-generale-vicino-al-buco-nero/
“Stavamo monitorando da vicino S2, e naturalmente diamo sempre un’occhiata a Sagittarius A*”, spiega Pfuhl. “Durante le nostre osservazioni siamo stati tanto fortunati da notare tre brillamenti emessi dalla regione circostante il buco nero. È stata proprio una coincidenza fortunata!”.

Questa emissione da elettroni altamente energetici molto vicini al buco nero è stata visibile come tre evidenti flare luminosi, e coincide esattamente con le previsioni teoriche relative agli hot spot presenti vicino a un buco nero di 4 milioni di masse solari. Si ritiene che i flare abbiano origine da interazioni magnetiche nel gas caldissimo che orbita vicino a Sagittarius A*. “Ottenere questi risultati è sempre stato uno dei nostri obiettivi, ma non osavamo sperare che fosse possibile così presto”, afferma Reinhard Genzel del MPE. “Il risultato è una conferma clamorosa del modello del buco nero supermassiccio”.
[ Barbara Bubbi ]

Nell’immagine simulazione di materiale in orbita vicino al buco nero
Credit: ESO/Gravity Consortium/L. Calçada

https://www.eso.org/public/news/eso1835/