Impronte del Giovane Universo

Impronte del Giovane Universo

 

Le galassie più massicce nell’Universo ospitano buchi neri supermassicci al loro centro. Questi colossali buchi neri ingurgitano materiale circostante a un tasso impressionante, espellendo enormi quantità di radiazione mentre si cibano ed emettono luce come alcuni tra gli oggetti più luminosi dell’Universo. A dispetto della loro incredibile distanza dalla Terra, le regioni circostanti a questi buchi neri brillano in modo tale da sembrare simili alle stelle nella nostra galassie.

Alcuni di questi oggetti, noti come quasar (quasi-stellar-objects) sono strumenti per farci comprendere meglio il cosmo. Dal momento che si trovano così distanti lo spazio tra il quasar da individuare e i nostri telescopi è molto vasto. Ma non è vuoto; e ricco di mezzo intergalattico, in gran parte costituito di nubi gassose, principalmente idrogeno ed elio, ma anche accenni di altri elementi, che assorbono la luce da queste sorgenti distanti e le impediscono di raggiungerci. La luce emessa da quasar brillanti deve viaggiare attraverso queste nubi e viene in parte assorbita.

Lo spettro, ripreso dallo strumento UVES montato sul Very Large Telescope dell’ESO in Cile, mostra la luce proveniente da un quasar, chiamato HE0940-1050, dopo il suo viaggio tra le nubi. Le linee verticali sono segni distintivi di assorbimento: mostrano dovrebbe la luce è stata assorbita dal gas nel mezzo intergalattico e così rimossa dallo spettro del quasar originale. L’intensità di queste linee è connessa all’ammontare di materiale che è stato attraversato dalla luce. Analizzando queste righe, gli astronomi possono dedurre informazioni relative al materiale di cui sono costituite le nubi. Il valore eccezionale di questo particolare spettro è nelle linee molto deboli che sono le più deboli mai osservate nello spettro di un quasar.

http://www.eso.org/public/images/potw1649a/?lang

Credit:ESO

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