04 Gen 2025 Un Ponte di Stelle tra Galassie
Un ponte luminoso collega le due grandi galassie a spirale ben visibili in questa magnifica ripresa del telescopio Hubble: la lunga scia affusolata, ricca di stelle, gas e polveri cosmiche, viene definita dagli astronomi “coda mareale”. La sua formazione è dovuta alla mutua interazione gravitazionale tra i due oggetti. Varie galassie più distanti, una delle quali particolarmente evidente e visibile di taglio appena a sinistra del ponte stellare, arricchiscono la scena celeste. Le due galassie in primo piano appartengono a un gruppetto catalogato Arp 248 e composto da tre oggetti, uno dei quali situato al di fuori dell’immagine. Il sistema è noto come “Tripletta di Wild”, dal nome dell’astronomo Paul Wild che lo studiò all’inizio degli anni ’50. Si trova a oltre 200 milioni di anni luce dalla Terra, nella Costellazione della Vergine.
Le galassie in Arp 248 sono impegnate in una danza complessa, passando una accanto all’altra nel corso di un’esibizione diretta dalla gravità. Interazioni come questa avvengono nel corso di periodi molto lunghi e hanno come effetto sconvolgimenti e distorsioni nell’ordinata struttura degli oggetti coinvolti. Le galassie sono sottoposte a forze implacabili che le plasmano in forme irriconoscibili, modificando l’orbita delle loro stelle. Allo stesso tempo, durante l’interazione, si creano le condizioni per la nascita di vaste regioni di formazione stellare, evidenziate nell’immagine dalla presenza di massicce e giovani stelle blu. Nella ripresa di Hubble le regioni esterne di entrambe le galassie, così come il ponte stellato che le collega, sfoggiano zone splendenti di luce bluastra, nursery in cui nascono nuove stelle. Questa vigorosa attività di formazione stellare è stata innescata dalle reciproche interazioni gravitazionali, che hanno imponenti effetti su gas e polveri interstellari. La nascita di stelle blu e ammassi stellari compatti è dovuta alla compressione del gas e all’addensarsi di polverose nubi molecolari, in grado di collassare per dar vita a un gran numero di nuove stelle.
Durante l’interazione, gas e stelle vengono strappate via dalle regioni esterne delle spirali, generando le lunghe code che si estendono dai bracci e che possono persistere per lungo tempo, anche dopo la fusione finale tra le galassie. Particolarmente notevole la lunga coda mareale che le collega, estesa per circa 200.000 anni luce. La coda appare tempestata di giovani ammassi, ricchi di calde stelle massicce con età di pochi milioni di anni. Al contrario, le regioni interne delle galassie, nei pressi del nucleo centrale, appaiono rossastre, popolate da stelle più vecchie e percorse da filamenti oscuri di polveri interstellari. La danza gravitazionale in Arp 248 proseguirà per qualche miliardo di anni, finchè le protagoniste andranno a formare un singola galassia gigante. Stelle, gas e ammassi nelle code ricadranno nelle galassie riunite, oppure orbiteranno attorno alla nuova galassia ellittica, derivante dalla fusione. Interazioni e collisioni sono eventi comuni nell’evoluzione delle galassie e si ritiene che molto tempo fa, nell’Universo primordiale, fossero ancora più frequenti.
L’immagine di Hubble deriva da un progetto osservativo volto a esaminare gli oggetti inseriti in due cataloghi astronomici: l’Atlas of Peculiar Galaxies, creato dall’astronomo americano Halton Arp nel 1966 e il “Catalogue of Southern Peculiar Galaxies and Associations”, pubblicato nel 1987 dallo stesso Arp e dal suo collega Barry Madore. Entrambi i cataloghi contengono galassie straordinariamente insolite e spettacolari, incluso il sistema interagente Arp 248. Questi oggetti potrebbero rivelarsi obiettivi interessanti per future osservazioni più approfondite tramite il telescopio spaziale Webb.
Credit: ESA/Hubble & NASA, Dark Energy Survey/DOE/FNAL/DECam/CTIO/NOIRLab/NSF/AURA, J. Dalcanton