I Misteri della Corona Solare Rivelati dalle Eclissi

I Misteri della Corona Solare Rivelati dalle Eclissi

Un nuovo studio si è basato su vent’anni di osservazioni di eclissi solari totali per indagare sulle proprietà del campo magnetico coronale, con risultati sorprendenti.

La corona, la parte più esterna dell’atmosfera solare, è formata da gas provenienti dagli strati sottostanti e si estende per milioni di chilometri. È visibile durante le eclissi solari totali, quando la Luna si trova direttamente tra la Terra e la nostra stella, bloccando la luce solare. Nonostante i molti studi relativi alla corona, permangono alcuni misteri. Le proprietà della corona solare sono conseguenza del complesso campo magnetico del Sole, che viene prodotto nel suo interno e si estende nello spazio. Benjamin Boe, a guida dello studio, si è avvalso della collaborazione di Shadia Habbal dell’University of Hawaii, fondatore del progetto Solar Wind Sherpas, che ha realizzato osservazioni scientifiche durante eclissi solari per oltre 20 anni. Questi dati hanno permesso di svelare alcuni segreti dei processi fisici che definiscono la corona solare.

L’evoluzione del campo magnetico coronale del Sole nel modello Credit: B. Boe/IfA

Boe ha analizzato la distribuzione delle linee di campo magnetico nella corona solare, utilizzando un metodo di tracciamento automatico applicato a immagini della corona riprese durante 14 eclissi avvenute negli ultimi vent’anni. I dati hanno fornito la possibilità di studiare i cambiamenti nel corso di due cicli magnetici del Sole, ognuno della durata di 11 anni. Le immagini a più alta risoluzione hanno mostrato strutture su piccola scala, rivelando la complessità estrema della regione. Le scoperte più innovative dello studio derivano dalla misurazione degli angoli delle linee di campo magnetico rispetto alla superficie solare. Durante periodi di minimo dell’attività solare, le linee di campo magnetico nella corona si allungano quasi in linea retta dalla superficie solare vicino all’equatore e ai poli, mentre fuoriescono con una varietà di angolazioni alle medie latitudini. Durante periodi di massima attività, invece, le linee di campo magnetico sono più radiali.

“Sapevamo che avrebbero dovuto esserci dei cambiamenti nel corso del ciclo solare, ma non ci saremmo mai aspettati che il campo magnetico coronale fosse così esteso e strutturato”, spiega Boe. “Futuri modelli dovranno spiegare queste formazioni per poter comprendere appieno il campo magnetico coronale”. I risultati sono in contrasto con le teorie attuali, che spesso assumono come ipotesi nelle modellazioni il fatto che il campo magnetico coronale sia radiale al di là di 2,5 raggi solari. Lo studio, invece, suggerisce che il campo coronale sia spesso non-radiale, come minimo fino a distanze di 4 raggi solari. “I risultati sono di particolare interesse per la formazione del vento solare. Suggeriscono infatti che le ipotesi prevalenti su cui si basano i modelli della formazione del vento solare non sono complete: di conseguenza deve essere migliorata la nostra capacità di prevedere il comportamento del Sole e di difenderci da attività solari potenzialmente pericolose”, conclude Boe. I risultati dello studio sono pubblicati su Astrophysical Journal.

Nell’immagine la corona solare osservata durante un’eclissi totale di Sole in Cile nel 2019
CREDIT Solar Wind Sherpas

https://eurekalert.org/pub_releases/2020-06/uoha-edi060520.php