
05 Giu 2020 Quasi Come la Terra e il Sole
Gli astronomi hanno annunciato la scoperta di un probabile esopianeta simile alla Terra in orbita attorno a una stella quasi identica al nostro Sole. La distanza tra il mondo alieno e la sua stella sarebbe tale da consentire al pianeta una temperatura superficiale favorevole allo sviluppo della vita.
Il pianeta appena scoperto da un team di scienziati guidato dal Max Planck Institute for Solar System Research (MPS), Göttingen, è qualcosa di più di un mondo potenzialmente abitabile. In effetti la stella attorno a cui orbita assomiglia al nostro Sole, mentre gran parte degli esopianeti individuati finora orbitano attorno a piccole e fredde nane rosse, che emettono energia per lo più nell’infrarosso. Anche il periodo orbitale di KOI-456.04 attorno alla sua stella è quasi identico a quello della Terra attorno al Sole. Sinora gli scienziati hanno scoperto oltre 4000 esopianeti, in gran parte giganti gassosi della dimensione di Nettuno e piuttosto vicini alla loro stella. Abbiamo individuato anche vari pianeti piccoli come la Terra e potenzialmente rocciosi, ma soltanto una manciata di questi mondi si trovano ad una distanza dalla loro stella tale da consentire la presenza di acqua liquida in superficie. E in gran parte orbitano attorno a stelle più piccole, più fredde e più attive del Sole, soggette spesso a pericolose eruzioni. “Il quadro generale completo dell’abitabilita coinvolge anche un’occhiata alla caratteristiche della stella”, spiega René Heller, a guida dello studio.
Il team di scienziati del MPS, del Sonneberg Observatory, dell’University of Göttingen, dell’University of California a Santa Cruz, e della NASA riporta ora la scoperta di un probabile pianeta con massa quasi doppia rispetto a quella della Terra che riceve luce ed energia da una stella simile al Sole, Kepler-160. La stella si trova a oltre 3.000 anni luce dalla Terra, ha un raggio 1,1 volte quello solare e la sua temperatura superficiale è di 5.200 gradi Celsius. Queste caratteristiche, insieme alla sua luminosità molto simile a quella del Sole, la rendono quasi un doppione astronomico della nostra stella. Altri due esopianeti orbitano attorno a Kepler-160, entrambi sostanzialmente più grandi della Terra e in orbita piuttosto ravvicinata alla stella, tanto da essere troppo caldi per poter ospitare la vita. Piccole variazioni nel periodo orbitale del pianeta Kepler-160c avevano già permesso agli scienziati di identificare la presenza di un terzo pianeta, che deve ancora essere confermato. Il team ha rianalizzato i dati di archivio del telescopio Kepler per cercare pianeti aggiuntivi attorno alla stella e verificare l’origine planetaria della perturbazione dell’orbita di Kepler-160c.
Grazie a un nuovo algoritmo di ricerca, in grado di separare meglio il segnale di un esopianeta dal rumore di fondo, i ricercatori hanno scoperto la possibile presenza di due mondi alieni aggiuntivi nel sistema. “Le nostre analisi suggeriscono che Kepler-160 abbia non due, ma un totale di quattro pianeti in orbita”, spiega Heller. Uno dei due esopianeti è Kepler-160d, il responsabile delle variazioni nell’orbita di Kepler-160c. L’altro pianeta candidato è KOI-456.04, probabilmente un pianeta in transito con raggio 1,9 volte quello della Terra e periodo orbitale di 378 giorni. L’irraggiamento ricevuto dal pianeta è molto simile a quello che la Terra riceve dal Sole. In sostanza KOI-456.04 si trova nella regione attorno alla stella definita come zona abitabile, paragonabile alla posizione della Terra attorno al Sole.
“KOI-456.01 è relativamente grande rispetto a molti altri pianeti considerati potenzialmente abitabili. Ma è la combinazione tra la sua dimensione rispetto alla Terra e la sua stella di tipo solare a renderlo così speciale e familiare”, chiarisce Heller. Non è ancora possibile escludere che l’interpretazione del segnale sia dovuta a errori statistici o ad errori sistematici di misurazione, ma secondo il team le probabilità che le analisi abbiano rivelato la presenza di un vero e proprio pianeta sono circa dell’85 percento. Ulteriori osservazioni potranno confermare o meno la scoperta di questo nuovo mondo, potenzialmente simile al nostro.
Nell’immagine rappresentazione artistica di una super-Terra in orbita attorno a una stella di tipo solare
Crediti: ESO/M. Kornmesser