L’Eruzione Preistorica di Sagittarius A* 

L’Eruzione Preistorica di Sagittarius A* 

Utilizzando il telescopio Hubble gli scienziati hanno osservato i resti di un’immensa esplosione di luce emanata dal centro della Via Lattea circa tre milioni e mezzo di anni fa, tanto potente da illuminare di un misterioso e diffuso bagliore il cielo notturno lungo l’arco galattico, in direzione della Costellazione del Sagittario. L’evento energetico è stato provocato probabilmente dall’ingestione di una vasta nube di idrogeno da parte del nostro buco nero supermassiccio.

Circa 3,5 milioni di anni fa il buco nero supermassiccio della Via Lattea ha rilasciato una quantità incredibile di energia. I nostri antenati potrebbero aver assistito all’apparizione di un bagliore soffuso lungo la Via Lattea. Ora, utilizzando il telescopio Hubble, gli astronomi hanno trovato tracce di quell’antico evento, dovuto a una cataclismica esplosione cosmica. Osservando le lontane propaggini della nostra galassia, gli scienziati hanno scoperto che l’eruzione del buco nero si è spinta così lontano nello spazio da illuminare una vasta scia gassosa che si estende dalle due piccole galassie satelliti della Via Lattea, le Nubi di Magellano.

L’evento energetico è stato provocato probabilmente dall’ingestione da parte di Sagittarius A* di una vasta nube di idrogeno con massa 100.000 volte quella del Sole, materiale che è piovuto sul disco di accrescimento circostante il buco nero. L’eruzione conseguente ha provocato l’emissione di coni di radiazione ultravioletta al di sopra e al di sotto del piano galattico, nonché in direzione dello spazio profondo. Il cono di radiazioni fuoriuscito dal polo meridionale della Via Lattea ha colpito una vasta formazione gassosa chiamata Corrente Magellanica, distante mediamente 200.000 anni luce da noi, ionizzando parte del suo idrogeno, per una quantità di massa pari a 100 milioni di Soli. “Il lampo è stato così potente da illuminare la corrente Magellanica come un albero di Natale: si è trattato di un evento cataclismico!”, spiega Andrew Fox dello Space Telescope Science Institute (STScI) a Baltimora. “Questa scoperta ci ha dimostrato che differenti regioni della galassia sono collegate: ciò che avviene nel centro galattico fa la differenza per ciò che avviene nella Corrente Magellanica. Stiamo imparando a capire come i buchi neri impattano sulla galassia e sul suo ambiente”.

Nell’immagine una ricostruzione delle strutture colpite dall’evento Image credit: NASA / ESA / L. Hustak, STScI

Il team ha utilizzato la visione nell’ultravioletto di Hubble per sondare la Corrente, grazie alla luce emessa da quasar di fondo, nuclei brillanti di lontane galassie attive. Gli astronomi hanno studiato 21 quasar ben al di là della Corrente Magellanica e 10 quasar alle spalle di un’altra struttura gassosa chiamata Leading Arm (Braccio Avanzato, nel senso che avanza, o precede il moto delle due piccole galassie attorno alla Via Lattea). Entrambe le formazioni sono flussi di idrogeno e stelle, originati dall’interazione gravitazionale tra la Via Lattea e le Nubi di Magellano, e derivanti da materiale appartenente a entrambe le galassie nane. “Quando la luce emessa dal quasar passa attraverso il gas interessato, parte della luce a specifiche lunghezze d’onda viene assorbita dagli atomi nella nube”, afferma Elaine Frazer, tra gli autori dello studio. “Quando osserviamo lo spettro luminoso del quasar a certe lunghezze d’onda troviamo evidenza dell’assorbimento della luce, che non potremmo individuare se la radiazione non fosse passata attraverso il gas. Da questo processo possiamo trarre informazioni sul gas stesso”.

L’evento energetico esploso dal centro galattico ha ionizzato il gas nella Corrente Magellanica, portandolo a brillare. Il Leading Arm, invece, non mostra evidenze di questo processo, probabilmente perché non si trova proprio al di sotto del polo galattico meridionale, pertanto non è stato colpito in pieno dalla potente radiazione. Lo stesso evento che ha illuminato la Corrente Magellanica ha probabilmente provocato la formazione di due bolle immense di plasma che si innalzano per 30.000 anni luce al di sopra e al di sotto del disco galattico, le famose Bolle di Fermi, individuate nel 2010 dal telescopio a raggi gamma Fermi della NASA. “Pensavamo che le Bolle di Fermi e la Corrente Magellancia fossero separate e non in relazione tra loro, svolgendo ognuna il proprio ruolo in differenti regioni dell’alone galattico”, spiega Fox. “Ora apprendiamo che lo stesso lampo potente emesso dal buco nero centrale della Via Lattea ha giocato un ruolo fondamentale in entrambi i casi”. Lo studio è in via di pubblicazione su Astrophysical Journal

Nell’immagine una ripresa della nostra galassia cui è stata sovrapposta una rappresentazione dei nostri antenati ominidi
Image credit: NASA / ESA / G. Cecil, UNC, Chapel Hill & J. DePasquale, STScI

http://www.sci-news.com/astronomy/milky-way-sagittarius-a-seyfert-flare-08498.html

https://hubblesite.org/contents/news-releases/2020/news-2020-33