“Pesato” un Baby-Pianeta

“Pesato” un Baby-Pianeta

Utilizzando dati dell’osservatorio Gaia dell’ESA e del suo predecessore, il satellite Hipparcos, gli astronomi hanno ricavato per la prima volta la massa di un esopianeta neonato. Ignas Snellen e Anthony Brown della Leiden University hanno dedotto la massa del mondo alieno in formazione, chiamato Beta Pictoris b, da osservazioni del moto della stella attorno a cui orbita, effettuate durante un lungo periodo di tempo.

Il baby-mondo è un gigante gassoso simile a Giove, ma è da 9 a 13 volte più massiccio. Orbita attorno alla stella Beta Pictoris, situata a circa 63 anni luce di distanza dalla Terra nella Costellazione del Pittore. Il pianeta è stato scoperto nel 2008 in immagini riprese dal Very Large Telescope dell’ESO. Sia il mondo alieno che la stella hanno un’età di circa 20 milioni di anni, più o meno 225 volte più giovani del Sistema Solare.

“Nel sistema di Beta Pictoris il pianeta è essenzialmente appena nato”, spiega Ignas. “Pertanto, studiandolo, possiamo ottenere un quadro di come si formino i pianeti e di come si comportino nelle prime fasi della loro evoluzione. D’altro canto la stella è molto calda, ruota velocemente e pulsa”. Questo comportamento rende difficile misurare accuratamente la velocità radiale della stella. Solitamente per stimare la massa di esopianeti in orbita si utilizzano piccoli cambiamenti nella velocità radiale della stella, provocati dall’influenza gravitazionale dei suoi pianeti. Ma questo metodo funziona principalmente per sistemi planetari meno giovani.

Nell’immagine il pianeta Beta Pictoris b in orbita attorno alla sua stella Credit: ESO/A-M. Lagrange et al.

Per ottenere una misurazione più precisa della massa del mondo neonato, gli astronomi hanno sfruttato i dati di Hipparcos e di Gaia, che rivelano la posizione precisa e il moto della stella madre nel cielo nel corso del tempo. “Innanzitutto la stella orbita attorno al centro della Via Lattea, come fa il Sole. Questo appare dalla Terra come un moto lineare proiettato in cielo, il moto proprio. Poi c’è l’effetto parallasse, che è dovuto al fatto che la Terra orbita attorno al Sole. Nel corso dell’anno, vediamo la stella da angolazioni leggermente differenti”, spiega Ignas.

Inoltre esistono piccole oscillazioni nella traiettoria della stella in cielo, minuscole deviazioni dal percorso previsto dovute all’influenza gravitazionale dei pianeti che le orbitano attorno. Più il pianeta è massiccio, più la deviazione è significativa. Per realizzare queste misurazioni gli astronomi devono osservare la traiettoria della stella per un lungo periodo di tempo. Combinando le ripetute misurazioni dell’osservatorio Gaia con i dati d’archivio del satellite Hipparcos, i ricercatori sono riusciti a stimare con successo la massa del giovanissimo pianeta. I risultati dello studio, pubblicato su Nature Astronomy, rappresentano un importante passo avanti per meglio comprendere i processi coinvolti nella formazione dei pianeti.
[ Barbara Bubbi ]

Nell’immagine impressione artistica di un giovane esopianeta gigante
Cresit: NASA/JPL-Caltech

https://phys.org/news/2018-08-infant-exoplanet-hipparcos-gaia.html