Il Grande Vuoto in cui Viviamo

Il Grande Vuoto in cui Viviamo

Dal punto di vista cosmologico, la Via Lattea e i suoi dintorni immediati sono “in mezzo al nulla”.

In uno studio del 2013 Amy Barger dell’University of Wisconsin-Madison e i suoi collaboratori hanno dimostrato che la nostra galassia, nel contesto della struttura a vasta scala dell’Universo, risiede in un enorme vuoto, una regione di spazio che contiene molte meno galassie, stelle e pianeti del previsto.

Ora un nuovo studio non soltanto conferma l’idea che viviamo in uno dei “buchi” della struttura simile a formaggio svizzero del cosmo, ma aiuta anche a comprendere l’apparente differenza nelle misurazioni della Costante di Hubble, che descrive il tasso a cui l’Universo si sta espandendo.

La questione nasce dal fatto che differenti tecniche astrofisiche impiegate per misurare l’espansione dell’Universo danno risultati differenti. “Non importa che tecnica si utilizzi, dovremmo ottenere lo stesso valore per il tasso di espansione attuale dell’Universo”, spiega Ben Hoscheit, dell’University of Wisconsin-Madison. “Fortunatamente vivere in un vuoto aiuta a risolvere la questione”.

La ragione è che un vuoto, considerando che la quantità di materia molto maggiore al di fuori del vuoto esercita un’azione gravitazionale leggermente più intensa, influenzerà il valore della Costante di Hubble misurato in base a tecniche che utilizzano le supernove presenti nelle vicinanze, le cosiddette “candele standard”, mentre non avrà effetti sul valore derivato da tecniche che usano il fondo cosmico a microonde, la radiazione che permea l’Universo, residuo di quella prodotta dal Big Bang.

Il nuovo studio è parte di un impegno molto più vasto da parte degli scienziati finalizzato a comprendere la struttura a vasta scala dell’Universo, composto secondo la teoria da materia normale sotto forma di vuoti, filamenti e addensamenti, costituiti da superammassi e ammassi di galassie, che a loro volte sono composti da stelle, gas, polveri e pianeti. Si ritiene che la materia oscura e l’energia oscura, che non possono essere direttamente osservate, comprendano circa il 95 percento del contenuto dell’Universo.

Il fampso vuoto in cui si trova anche la Via Lattea, noto come vuoto KBC, dagli autori della teoria Keenan, Barger e Cowie, ha un raggio stimato in un miliardo di anni luce, il più vasto finora conosciuto. Le nuove analisi dimostrano che le prime stime del vuoto, che ha la forma simile ad una sfera con un guscio di densità crescente costituita da galassie, stelle e altra materia, non sono escluse da altri vincoli osservativi, ma sono piuttosto coerente con le caratteristiche cosmologiche osservabili.

Il nuovo studio realizzato da Hoscheit, secondo gli studiosi, dimostra che il fatto che la Via Lattea risieda in un vuoto molto esteso può spiegare le divergenze tra i risultati ottenuti dalle tecniche utilizzate per misurare l’accelerazione dell’espansione dell’Universo.
[ Barbara Bubbi ]

https://m.phys.org/news/2017-06-celestial-boondocks-idea-void.html

Credit: Millennium Simulation Project