La Tripletta di Magellano

La Tripletta di Magellano

Secondo un nuovo studio, le nostre due vicine galattiche più famose, le Nubi di Magellano, potrebbero aver goduto della presenza di una terza compagna, ormai scomparsa e inglobata miliardi di anni fa nella Grande Nube di Magellano.

Benjamin Armstrong dell’International Centre for Radio Astronomy Research (ICRAR), a guida dello studio, fa notare che gran parte delle stelle nella Grande Nube ruotano in senso orario attorno al centro di massa della galassia nana. Ma, stranamente, alcune stelle ruotano in senso antiorario. Secondo lo studio, questo fenomeno potrebbe essere spiegato dalla presenza di un’altra galassia luminosa, che venne probabilmente cannibalizzata dalla Grande Nube in un periodo compreso fra tre e cinque miliardi di anni fa.

“Da tempo si ritiene che queste stelle possano provenire dalla sua compagna, la Piccola Nube di Magellano”, spiega Armstrong. “La nostra idea è che queste stelle derivino invece da una fusione con un’altra galassia, avvenuta in passato”. Armstrong ha utilizzato modelli a computer per simulare fusioni di galassie. “Abbiamo scoperto che in questo genere di eventi di fusione si può ottenere come risultato una rotazione in senso inverso piuttosto notevole, dopo l’avvenuta fusione. Il risultato è coerente con ciò che osserviamo attualmente nelle galassie”.

Le Nubi di Magellano possono essere viste a occhio nudo nel cielo dell’emisfero australe e sono state oggetto  di osservazione per centinaia di anni. La Grande Nube di Magellano si trova a circa 160.000 anni luce dalla Terra, mentre la Piccola Nube a circa 200.000 anni luce. L’ipotesi messa in campo dal team potrebbe spiegare anche il perché le stelle nella Grande Nube si presentano, in generale, molto vecchie o molto giovani.

“Nella Grande Nube di Magellano abbiamo ammassi stellari molto vecchi, così come ammassi molto giovani, ma nulla nel mezzo. Dal momento che osserviamo nella Grande Nube una rinnovata formazione stellare, questo potrebbe indicare una fusione galattica avvenuta in passato”, continua Armstrong. Inoltre l’antica presenza di una terza mini-galassia, ormai scomparsa, potrebbe spiegare lo spessore del disco della Grande Nube. Secondo Armstrong la sua ipotesi può essere un importante punto di partenza per ulteriori studi in merito, e un nuovo modo per affrontare vecchie questioni irrisolte.
[ Barbara Bubbi ]

Nell’immagine la Grande (a destra) e la Piccola Nube di Magellano spiccano nel cielo scuro trapunto di stelle della regione di Antofagasta, Cile, fiancheggiando un picco vulcanico
Image Credit & Copyright: Carlos Fairbairn

https://phys.org/news/2018-09-magellanic-clouds-duo-trio.html