La Magnifica Tarantola e i Suoi Dintorni

La Magnifica Tarantola e i Suoi Dintorni

La magnifica Nebulosa Tarantola è l’oggetto più spettacolare nella Grande Nube di Magellano, una galassia nana a circa 160.000 anni luce dalla Terra. La nuova immagine ripresa dal VLT Survey Telescope all’Osservatorio del Paranal dell’ESO immortala con straordinario dettaglio questa regione complessa e i suoi dintorni cosmici, ricchi di stelle e nubi gassose.

Il paesaggio celeste rivela lo splendore di ammassi stellari, nebulose brillanti, resti di esplosioni di supernova e densi pilastri di gas e polveri scolpiti dalla radiazione ultravioletta di stelle titaniche. Non esiste nella nostra galassia alcuna regione di formazione stellare così grande e prolifica come questa. È facile perdersi con lo sguardo nei meandri di questo ardente labirinto, la ragnatela di un gigantesco aracnide cosmico che si estende per oltre 1000 anni luce, creata da alcune tra le stelle più massicce conosciute. La Nebulosa Tarantola, chiamata anche 30 Doradus, è la regione di formazione stellare più energetica del nostro Gruppo Locale di galassie, e si trova nella Costellazione del Dorado. Il suo bagliore luminoso è stato individuato in cielo per la prima volta dall’astronomo francese Nicolas-Louis de Lacaille nel 1751.

Nel cuore della Tarantola risplende un giovane e gigantesco ammasso stellare, chiamato NGC 2070, il cui denso nucleo, R136, contiene alcune delle stelle più massicce e luminose del cosmo. Un altro ammasso stellare presente nella nebulosa è Hodge 301, più antico, in cui si ritiene siano esplose come supernove almeno 40 stelle, che hanno sparso materiale nella regione, arricchendo di preziosi elementi il mezzo interstellare. Un esempio di resto di supernova è la superbolla SNR N157B, che circonda l’ammasso stellare aperto NGC 2060, mentre nelle periferie della Nebulosa Tarantola si trova il famoso resto di supernova SN 1987A.

L’immagine con le annotazioni Credit: ESO

Nella splendida ripresa, a sinistra rispetto alla famosa nube, si può ammirare un luminoso ammasso aperto chiamato NGC 2100, che sfoggia una brillante concentrazione di stelle blu circondate da stelle rosse. L’ammasso è stato scoperto dall’astronomo scozzese James Dunlop nel 1826, mentre osservava il cielo australiano. Al centro dell’immagine risplende l’ammasso stellare NGC 2074 con la nebulosa a emissione associata, un’altra massiccia regione di formazione stellare scoperta da John Herschel. Osservando più da vicino si può scorgere una formazione polverosa oscura a forma di cavalluccio marino: questo gigantesco pilastro di gas e polveri si innalza per circa 20 anni luce ed è condannato all’oblio, a causa dell’azione di radiazioni e venti stellari che lo distruggeranno nei prossimi milioni di anni.

Anche le stelle massicce nella regione vivranno una vita accelerata e moriranno giovani, esaurendo il loro combustibile nucleare in pochi milioni di anni. Tuttavia questi astri ardenti possono contribuire alla nascita di nuove stelle, creando con i loro venti stellari e le esplosioni di supernova onde d’urto in grado di generare una nuova ondata di nascita stellare.
[ Barbara Bubbi ]

Credit: ESO

http://www.eso.org/public/news/eso1816/