Cacciatori di Esopianeti Giganti: Occhio ai Dischi!

Cacciatori di Esopianeti Giganti: Occhio ai Dischi!

Gli astronomi hanno scoperto un indizio che potrebbe rivelare la presenza di esopianeti giganti nella nostra galassia. Un nuovo studio dimostra che questi giganti planetari potrebbero trovarsi più frequentemente attorno a giovani stelle dotate di un disco di polvere e detriti.

Lo studio, pubblicato su The Astronomical Journal, si è concentrato su pianeti in orbita lontano dalla loro stella, dotati di massa oltre 5 volte superiore a quella di Giove, e ha permesso di scoprire che molto probabilmente la presenza dei pianeti giganti fa sì che i dischi polverosi di detriti si mantengano attorno alla stella.

“La nostra ricerca è importante per pianificare quali stelle osservare nel corso di future missioni”, ha detto  Tiffany Meshkat, a guida dello studio, dell’IPAC/Caltech a Pasadena, California. “Molti pianeti che sono stati individuati attraverso l’imaging diretto si trovavano in sistemi dotati di dischi polverosi e ora sappiamo che la presenza di questi dischi potrebbe indicare mondi non ancora scoperti”. Gli astronomi hanno scoperto che la probabilità di trovare pianeti giganti di lungo periodo è nove volte maggiore attorno a stelle dotate di dischi di detriti, piuttosto che attorno a stelle che ne sono prive.

I ricercatori hanno combinato dati di 130 sistemi di stelle singole dotate di dischi rilevate dal telescopio Spitzer e li hanno confrontati con 277 stelle prive di dischi. I due gruppi di stelle hanno un’età tra pochi milioni e un miliardo di anni. Fra le 130 stelle, 100 erano state osservate in precedenza per individuare esopianeti in orbita. Come parte dello studio i ricercatori hanno eseguito osservazioni sulle altre 30 stelle utilizzando il Keck Observatory alle Hawaii e il Very Large Telescope in Cile. Non hanno individuato nessun pianeta aggiuntivo in questi 30 sistemi, ma i dati hanno contribuito a caratterizzare l’abbondanza di pianeti nei sistemi dotati di dischi.

Lo studio suggerisce che la notevole gravità dei pianeti giganti faccia sì che piccoli corpi chiamati planetesimi collidano violentemente, piuttosto che formare pianeti veri e propri, e rimangano in orbita come parte di un disco. “È possibile che non individuiamo pianeti piccoli in questi sistemi perché questi giganti massicci distruggono presto i mattoni costruttivi dei pianeti rocciosi, mandandoli a collidere l’uno contro l’altro ad alte velocità, invece di permettere il loro assemblaggio graduale”, ha detto Dimitri Mawet, uno degli autori. Molti dei sistemi studiati dal team presentano due fasce di detriti, ma sono anche assai più giovani rispetto al Sistema Solare. La giovinezza di questi sistemi spiega in parte perché contengano una quantità molto maggiore di polvere, risultante dalla collisione di piccoli corpi.

“Mostrando agli astronomi dove le prossime missioni come il telescopio James Webb potrebbero avere la possibilità di individuare esopianeti giganti, questo studio apre la strada per future scoperte”, ha concluso Karl Stapelfeldt del Jet Propulsion Laboratory della NASA.
[ Barbara Bubbi ]

https://phys.org/news/2017-10-giant-exoplanet-hunters-debris-disks.html

Nell’immagine rappresentazione artistica di un esopianeta e un disco di detriti attorno ad una stella

Credit: NASA/JPL-Caltech