La Sinfonia Cosmica di TRAPPIST-1

La Sinfonia Cosmica di TRAPPIST-1

La scoperta del sistema TRAPPIST-1, costituito da sette pianeti di dimensione terrestre, tra cui tre in fascia abitabile, annunciata a Febbraio, ha suscitato molto scalpore e per ottime ragioni. Ma restava un interrogativo importante sulla base dei dati originali: sembrava che il sistema potesse essere instabile.

Le simulazioni infatti prevedevano che i pianeti arrivassero a collidere tra loro nel giro di un milione di anni, un battito di ciglia in termini astronomici. A meno di non essere stati molto fortunati ad osservare questo sistema in un periodo particolare, doveva esserci un motivo per questa configurazione complessa ma stabile.

In uno studio pubblicato su Astrophysical Journal Letters Dan Tamayo, dell’University of Toronto, ed i suoi colleghi
descrivono i pianeti nel sistema TRAPPIST-1 come parte di una “catena di risonanza” in grado di stabilizzare il sistema, una sorta di armonia reciproca in cui ogni pianeta svolge il suo compito come fosse parte di una grande orchestra, un’armonia basata su rapporti numerici determinati. Infatti nelle configurazioni di questo tipo i rapporti tra i periodi orbitali dei pianeti sono numeri interi.

“Esiste un pattern ritmico ripetuto, che assicura la stabilità del sistema per un lungo periodo di tempo”, afferma Matt Russo, un coautore. Per meglio illustrare questa configurazione straordinaria il team ha realizzato un’animazione assegnando una nota di pianoforte ad ogni pianeta ogni volta che passa di fronte alla sua stella, e un colpo di batteria ogni volta che un pianeta sorpassa il suo compagno più vicino, quasi si trattasse di una sinfonia astrofisica in corso a 40 anni luce di distanza.

“TRAPPIST-1 è come un super-gruppo musicale, con tutti e sette i membri in grado di sincronizzare la loro parte in un tempo quasi perfetto”, afferma Russo. Ma persino queste orbite sincronizzate non sopravvivono necessariamente molto a lungo, fa notare Tamayo, e sono necessari precisi allineamenti orbitali per assicurare la stabilità del sistema.

Per affrontare questa questione il team ha considerato il sistema non come appare oggi, ma come si è formato originariamente. Quando è nato l’insieme planetario, gli oggetti si sono spostati uno rispetto all’altro, permettendo al sistema di assicurarsi una configurazione di risonanza stabile. Una sorta di armonia cosmica, in cui ogni pianeta ha “suonato la propria musica” per produrre una sinfonia e un equilibrio ancora oggi osservabile.
[ Barbara Bubbi ]

https://m.phys.org/news/2017-05-astrophysicists-planetary-harmonies-trappist-destruction.html

Credit: NASA