2007 OR10: un pianeta nano più grande

2007 OR10: un pianeta nano più grande

I pianeti nani sono sempre un pò misteriosi. Con l’eccezione di Cerere, che risiede nella fascia principale degli asteroidi tra Marte e Giove, tutti i membri di questa classe di pianeti minori nel nostro Sistema Solare si nascondono nelle profondità dello spazio al di là di Nettuno. Sono lontani dalla Terra, piccoli e freddi, il che li rende difficili da osservare, anche con grandi telescopi. Quindi è un pò una meraviglia per gli astronomi avere scoperto la maggior parte di loro negli ultimi dieci anni o giù di lì.

Plutone è un primo esempio di questa inafferrabilità. Prima che New Horizons della NASA lo visitasse nel 2015, il più grande dei pianeti nani appariva come poco più di una macchia confusa, anche per il telescopio spaziale Hubble. Date le sfide insite nel tentativo di osservare questi mondi lontani, gli astronomi hanno spesso bisogno di combinare i dati da una varietà di fonti, al fine di trarre dettagli di base sulle loro proprietà.

Recentemente, un gruppo di astronomi ha fatto proprio questo, combinando i dati di due osservatori spaziali per rivelare qualcosa di sorprendente: un pianeta nano di nome 2007 OR10 è significativamente più grande di quanto si pensasse.

I risultati catalogano 2007 OR10 come il più grande mondo senza nome del nostro Sistema Solare e il terzo come dimensioni nella lista attuale dei pianeti nani. Lo studio ha anche scoperto che l’oggetto è piuttosto scuro e ruota più lentamente di quasi qualsiasi altro corpo che orbita attorno al Sole, impiegando circa 45 ore per completare la sua rotazione quotidiana.

Per la loro ricerca, gli scienziati hanno usato il telescopio spaziale Kepler della NASA, nell’ambito della missione K2, insieme ai dati d’archivio dell’Herschel Space Observatory. Herschel è una missione dell’Agenzia Spaziale Europea con la partecipazione della NASA. Lo studio è stato pubblicato su The Astronomical Journal.

“K2 ha dato un ulteriore importante contributo nello stimare la dimensione di 2007 OR10. Ma ciò che è davvero importante è come la combinazione di dati da K2 e da Herschel abbia fornito una tale ricchezza di informazioni sulle proprietà fisiche dell’oggetto,” ha dichiarato Geert Barentsen, ricercatore all’Ames Research Center della NASA a Moffett Field, in California.

La misura rivista del diametro del pianeta, 955 miglia (1.535 chilometri), è di circa 60 miglia (100 chilometri) più grande del successivo pianeta nano in termini di dimensioni, Makemake, o circa un terzo inferiore rispetto a Plutone. Un altro pianeta nano, chiamato Haumea, ha una forma oblunga che è più ampia lungo l’asse longitudinale rispetto a 2007 OR10, ma il suo volume complessivo è inferiore.

La missione K2 cerca la variazione di luminosità di oggetti distanti. Un lieve calo nella luminosità di una stella può essere la firma di un pianeta che le transita davanti. Ma, più vicino a casa, K2 si occupa anche del nostro Sistema Solare, per osservare piccoli corpi come comete, asteroidi, lune e pianeti nani. Grazie alla sua estrema sensibilità alle minime variazioni di luminosità, Kepler è un eccellente strumento per osservare la luminosità degli oggetti lontani del Sistema Solare e il modo in cui cambia mentre ruotano.

Capire le dimensioni di piccoli oggetti deboli lontani dalla Terra è una faccenda complicata. Poiché essi appaiono come semplici punti di luce, può essere una sfida determinare le dimensioni. Questo rende difficile osservare 2007 OR10, anche se la sua orbita ellittica lo porta quasi più vicino al Sole rispetto a Nettuno, e si trova attualmente due volte più lontano dal Sole rispetto a Plutone.

Le stime precedenti sulla base dei dati di Herschel avevano suggerito un diametro di circa 795 miglia (1.280 chilometri) per 2007 OR10. Tuttavia, senza il periodo di rotazione dell’oggetto, tali studi sono stati limitati nella loro capacità di stimare la sua luminosità complessiva, e quindi la sua dimensione. La scoperta della rotazione molto lenta è stata essenziale per il team al fine di costruire modelli più dettagliati che hanno rivelato le peculiarità di questo pianeta nano. Le misure hanno incluso indizi di variazioni di luminosità sulla sua superficie.

Insieme, i due telescopi spaziali hanno permesso al team di misurare la frazione di luce solare riflessa da 2007 OR10 (utilizzando Kepler) e la frazione assorbita e poi reirradiata sotto forma di calore (utilizzando Herschel). Mettere insieme questi due dati ha fornito una stima inequivocabile delle dimensioni del pianeta nano e di quanto sia riflettente.

Secondo le nuove misure, il diametro di 2007 OR10 è di circa 155 miglia (250 chilometri) più grande di quanto si pensasse. Le maggiori dimensioni implicano anche una maggiore gravità e una superficie molto scura, perchè la stessa quantità di luce viene riflessa da un corpo più grande. La maggior parte dei pianeti nani sono molto più luminosi. Precedenti osservazioni terrestri hanno rivelato che 2007 OR10 ha un caratteristico colore rossastro, e altri ricercatori hanno suggerito che questo potrebbe essere dovuto a ghiacci di metano sulla sua superficie.

“La nuova stima della dimensione di 2007 OR10 rende sempre più probabile che il pianeta sia coperto di ghiacci di metano, monossido di carbonio e azoto, che sarebbero facilmente perduti nello spazio da un oggetto più piccolo”, ha detto András Pál del Konkoly Observatory di Budapest, Ungheria , che ha guidato la ricerca. “È entusiasmante ricavare dettagli su questo lontano, nuovo mondo, soprattutto perché ha una superficie particolarmente scura e rossastra per le sue dimensioni”.

Per quanto riguarda il nome che verrà finalmente assegnato a 2007 OR10, l’onore appartiene agli scopritori dell’oggetto. Gli astronomi Meg Schwamb, Mike Brown e David Rabinowitz lo hanno individuato nel 2007 come parte di uno studio per la ricerca di corpi del Sistema Solare distante utilizzando il Samuel Oschin Telescope al Palomar Observatory vicino a San Diego.

“I nomi dei corpi di dimensione simile a Plutone raccontano ciascuno una storia circa le caratteristiche dei rispettivi oggetti. In passato, non sapevamo abbastanza su 2007 OR10 per potergli assegnare un nome che gli rendesse giustizia”, ha detto Schwamb. “Penso che stiamo arrivando al punto in cui potremo assegnare a 2007 OR10 il suo vero nome.”

http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?feature=6509

Credits: Konkoly Observatory/András Pál, Hungarian Astronomical Association/Iván Éder, NASA/JHUAPL/SwRI