Un’Aquila di Proporzioni Cosmiche

Un’Aquila di Proporzioni Cosmiche

Nel luglio 2009 ESO ha rilasciato una sorprendente immagine del cielo intorno alla Nebulosa Aquila, una nursery stellare in cui ammassi di stelle neonate scolpiscono enormi colonne di polveri e gas.

Situata a 7000 anni luce di distanza, in direzione della costellazione del Serpente (Serpens), la Nebulosa Aquila è una regione di gas e polveri in cui si stanno attualmente formando giovani stelle e dove è appena nato un ammasso di massicce, calde stelle, NGC 6611. La luce potente e i forti venti provenienti da questi massicci nuovi arrivi stanno plasmando pilastri lunghi anni luce, visibili nell’immagine mentre si stagliano contro lo sfondo luminoso della nebulosa. La nebulosa stessa ha una forma che ricorda vagamente un’aquila, con i pilastri centrali che costituirebbero gli “artigli”.

L’ammasso stellare è stato scoperto dall’astronomo svizzero Jean Philippe Loys de Chéseaux, nel 1745-1746. E’ stato poi riscoperto in modo indipendente circa venti anni dopo dal cacciatore di comete francese, Charles Messier, che lo incluse nel suo famoso catalogo nel numero 16, e osservò che le stelle erano circondate da un tenue bagliore.
La Nebulosa Aquila ha raggiunto lo status di icona nel 1995, quando i suoi pilastri centrali sono stati ritratti in una celebre immagine ottenuta dal telescopio Hubble.

L’immagine qui rappresentata, ottenuta con la camera Wide-Field Imager sul telescopio MPG/ESO a La Silla, in Cile, comprende un’area del cielo grande quanto la Luna piena. L’intera regione attorno ai pilastri può essere ammirata nei minimi dettagli.

I “Pilastri della Creazione” (Pillars of Creation) si trovano al centro dell’immagine, con l’ammasso di giovani stelle, NGC 6611, situato al di sopra sulla destra. La Guglia (“Spire”), chiamata anche “Fata della Nebulosa Aquila”(Fairy of Eagle Nebula), un altro fantastico pilastro ripreso da Hubble, si trova a sinistra nell’immagine.

Strutture a forma di dita sporgono dal vasto muro di nubi formato da gas freddo e polveri, allo stesso modo delle stalagmiti che si innalzano dal terreno di una grotta.

All’interno dei pilastri, il gas è abbastanza denso da collassare sotto il proprio peso, così da formare giovani stelle.
Queste colonne di gas e polveri lunghe anni luce vengono simultaneamente scolpite, illuminate ed erose dalla luce ultravioletta intensa proveniente dalle stelle massicce in NGC 6611, il giovane ammasso stellare adiacente.
Nel giro di un paio di milioni di anni, un battito di ciglia per i tempi dell’Universo, saranno svanite per sempre.

https://www.eso.org/public/news/eso0926/?lang

Credit ESO